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I “18 anni” di Ariete: «Mi sento diversa quindi sono uguale a tutti»

Ariete, la nuova punta di Bomba Dischi, ci racconta l’EP uscito oggi e ci parla di tutto: da X Factor alle canzoni d’amore per una donna

Autore Silvia Danielli
  • Il4 Dicembre 2020
I “18 anni” di Ariete: «Mi sento diversa quindi sono uguale a tutti»

Ariete, foto di Ilaria Magliocchetti Lombi

I diciott’anni sono un’età bellissima ma probabilmente soprattutto nel ricordo. Lo sa bene Ariete, giovane (diciottenne, appunto) promessa da Anzio di casa Bomba Dischi che ha pubblicato oggi il suo secondo EP, intitolato proprio 18 anni. Anche lei possiede perfettamente quel marchio di fabbrica della label romana che in questi anni ha sfornato artisti di serie A come Calcutta, Liberato, Franco126. Ovvero la capacità di racconto decisamente schietta e poco edulcorata della realtà. Declinata da ognuno alla propria maniera.

Quando la chiamiamo infatti Ariete, ovvero Arianna Del Giaccio, si trova in Bomba e sta scegliendo delle magliette dal merchandise.


«Passami la felpa di Franco, per favore», rivolgendosi al suo manager. «Sai qua in Bomba amiamo dividerci tutto equamente se avanza qualcosa. Le persone pensano che ci conosciamo da tanto tempo invece è solo da marzo di quest’anno», spiega invece a me.

Ma con Franco126 hai già fatto un pezzo? Perché sareste perfetti insieme!


No, non ancora.

Arianna, sei all’ultimo anno del liceo classico e quindi in D.A.D. ora?

Ma a esser sincera, con tutto l’impegno che ho messo per l’EP non riesco molto a star dietro alla scuola. E per questo non sono più al liceo classico: quest’anno sono passata a un liceo linguistico privato.

I tuoi professori e i tuoi compagni sanno della tua seconda vita da cantante?


Questi di adesso proprio no, non sanno niente. Fino all’anno scorso qualcuno lo sapeva, anche se non avevo fatto ancora molto. Ora con la didattica a distanza figurati, non ci si vede neanche.

E alcune tracce di 18 anni sono nate in quarantena?

Solo Nottataccia. Tutte le altre sono riuscita a registrarle in uno studio vero e proprio per fortuna, perché registrare a distanza con cuffie e iPad è pesantissimo. Per l’EP Spazio è stato difficile, ma era più amatoriale e avevamo meno pretese. Penso che 18 anni sia molto più professionale. È nato tra Roma e Napoli dove vive Drat degli Psicologi che mi ha aiutata parecchio nella produzione.

Invece Lil Kvneki (l’altro membro degli Psicologi) è il feat. di Freddo?


Esatto. Sono legatissima agli Psicologi e ci tengo ci sia simmetria tra le collaborazioni. A settembre abbiamo anche pubblicato insieme Tatuaggi, insomma sono molto preziosi per me.

Stare male a 18 anni

Ariete, in Stare male racconti del fare cazzate che poi ti rovinano le giornate. Ma tu ora come ti senti? Superata un po’ la fase adolescenziale difficile?

Mi sento come una normale ragazza di 18 anni che ha scelto un percorso diverso. Invece di andare a scuola o all’università faccio altro e per questo mi sento ancora più strana. A volte penso che magari sto troppo dietro alla musica, altre che dedico troppo poco tempo. Questo in generale mi ha procurato dei problemi. Per esempio, è stato uno dei motivi della rottura con la mia ex fidanzata. Però d’altro canto penso anche di stare meglio rispetto a prima. Sono riuscita a diventare più indipendente e così ho migliorato il rapporto con i miei genitori, soprattutto con mio padre. Lo cito anche due volte in Stare male. Da quando ha capito che mi dedico alla musica in maniera seria mi ha dato molta più fiducia. Quindi: ogni tanto le cazzate mi rovinano le giornate, altre no. Sto meglio.

In questo momento mi sembra che ci sia un interesse pazzesco per la fase della tarda adolescenza. Assistiamo a un fiorire di serie tv dedicate come Skam Italia e We Are Who We Are di Guadagnino, giusto per fare due esempi: tu ci sei troppo dentro o sei d’accordo?


Assolutamente sì. Prendi 18 anni per esempio: io parlo di me ma è un inno generazionale. Vale per i miei coetanei ma anche persone che hanno 30 anni mi hanno scritto che si sentono proprio così.

Tra l’altro i tuoi brani sarebbero perfetti per la colonna sonora di Skam Italia.

Io la adoro. Ho seguito anche la serie originale norvegese tre anni fa e mi è piaciuta anche la versione italiana. Però pare finita, no?

Che cosa hai ascoltato quest’anno che ha forse influenzato un suono delle chitarre vicino all’alt-rock americano?


Tame Impala, i Pixies da sempre. Poi Oliver Tree: mi fa davvero impazzire e vorrei emulare i suoi suoni.

X Factor sì o no?

Ariete nel 2019 sei salita sul palco di X Factor: come è stata come esperienza?

Sai, quando hai 17 anni e vuoi far musica la prima cosa che ti viene in mente come rampa di lancio è la televisione. Non c’è nulla da fare. Per questo ho provato ad andare ai provini di X Factor perché mi sembrava la cosa più figa del mondo. Ma il mood lì non mi ha mai fatto impazzire e sono contenta di essere uscita. Qualcuno sicuramente ha pensato, e continua a farlo, che io mi sia lamentata perché rosicavo. Non è così. Io sono arrivata completamente impreparata a esibirmi davanti a un Forum d’Assago mezzo pieno per i bootcamp con la gente che mi urlava di andarmene. Io ho osato dire: “Aho ma c’avete 50 anni cosa urlate a ragazzine che al massimo ne hanno 20!”. Ho trovato un ambiente piuttosto ristretto e ho chiuso con quel mondo lì.

Cantare per lei nel 2020

Molte tue canzoni d’amore sono dedicate a una lei. Nel 2020 qualcuno ti ha mai messo a disagio per questo?


No. Credo che il pubblico ascoltandomi capisca anche come sono e nessuno mi ha mai scritto niente di brutto. Non mi vengono in mente molte cantautrici italiane che hanno raccontato i loro amori omosessuali, così molte fan mi scrivono che mi ringraziano perché finalmente si ritrovano nei miei versi. Scusa…

Cosa è successo?

Niente, abbiamo tamponato una macchina. Hai altre domande? Perché ci sono, figurati, staremo solo qui in macchina per un bel po’ di tempo.

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