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Britney Spears parlerà finalmente della tutela paterna in tribunale

Il prossimo 23 giugno Britney Spears potrà parlare, di fronte al giudice Brenda Penny, di tutto ciò che ruota intorno alla sua tutela

Autore Billboard US
  • Il28 Aprile 2021
Britney Spears parlerà finalmente della tutela paterna in tribunale

Britney Spears, foto di Nicholas Hunt, FilmMagic

Britney Spears avrò la possibilità di parlare della sua tutela paterna direttamente in tribunale. Samuel Ingham, avvocato d’ufficio della cantante, ha fatto richiesta affinché la sua cliente possa partecipare all’udienza a Los Angeles. L’avvocato ha fatto sapere al giudice, Brenda Penny, e ai genitori di Britney, James e Lynne Spears, che la popstar vuole parlare con la corte in merito alla sua tutela.

La richiesta è stata accolta dal giudice Penny e, il prossimo 23 giugno, Britney Spears parlerà dello stato della sua conservatorship. Le altre questioni, compresa la richiesta della cantante di nominare Jodi Montgomery, una fiduciaria professionale privata, come suo tutore al posto del padre, andranno avanti fino al 14 luglio, come di comune accordo tra Britney Spears e il team legale dei suoi genitori.


L’udienza, in origine, è stata programmata per affrontare la mozione di Ingham, presentata il 24 marzo scorso, in cui veniva chiesto a James Spears di dimettersi come tutore di Britney e di nominare al suo posto la sopracitata Montgomery. Montgomery al momento è già tutore temporaneo della cantante, dal settembre 2019, quando il padre ha temporaneamente rinunciato al suo ruolo per motivi di salute.

I documenti, depositati all’epoca, chiariscono che la nomina di Montgomery non significa che Britney Spears stia rinunciando interamente alla sua conservatorship.


«Spears si riserva espressamente il diritto di presentare una richiesta per la cessazione di questa tutela» si legge nel documento del tribunale. «Nulla nella presente richiesta deve essere considerato come una rinuncia totale a tale diritto».

Dal padre al tutore legale, la storia di Britney Spears

Se otterrà l’approvazione del tribunale, Montgomery avrà l’autorità esclusiva sulla Spears. Inoltre, avrà il potere di limitare le visite alla cantante, ad esclusione del suo avvocato e di poter comunicare con qualsiasi medico di Britney Spears.

Secondo quanto emerso, Britney Spears ha bisogno di un tutore perché non è in grado di provvedere adeguatamente ai suoi bisogni personali e non è in grado di gestire le sue risorse finanziarie.

Lo scorso agosto, quando il giudice Penny ha esteso la tutela della cantante fino al 2021, Ingham ha presentato una mozione nella quale spiegava che la sua cliente non voleva che il padre continuasse ad essere il suo tutore. Il giudice ha descritto la prima fase della sua tutela come un triage per salvarla. Ma ha anche aggiunto che ora la sua vita e le sue esigenze sono cambiate.


Nella seconda fase, durata dal dicembre 2017 al ottobre 2018, Britney Spears ha avuto bisogno di tantissime persone intorno a sé. Ma da quel momento ad oggi, la sua vita è cambiata. L’ avvocato sostiene che, ad oggi, Britney Spears non abbia il desiderio di esibirsi e le sue esigenze siano cambiate.

«Siamo ad un punto in cui ci deve essere un cambio sostanziale che rifletta i grandi cambiamenti che riguardano il suo stile di vita e i suoi desideri» ha spiegato l’avvocato della cantante. Inoltre, ha spiegato che lei preferirebbe avere un tutore aziendale qualificato che svolga solo questo ruolo. E che, soprattutto, non intralci i suoi desideri e la sua vita, come ha fatto invece il padre.

Il rapporto burrasco tra James e Lynne Spears

Durante l’udienza di martedì scorso, 23 aprile, ci sono stati alcuni problemi tecnici. Inoltre, prima dell’udienza, il team legale di James ha presentato delle carte alla Corte Superiore di Los Angeles. In esse la madre di Britney, Lynne Spears, viene accusa di non aver agito nell’interesse della figlia.

Secondo il padre della cantante, Lynne non sarebbe stata coinvolta nella tutela della figlia, fino a poco tempo fa, e starebbe attirando inutili attenzioni da parte dei media. La donna avrebbe, secondo il marito, «sfruttato il dolore e il trauma della figlia per profitto personale, pubblicando un libro su di lei».


Secondo i documenti del tribunale, «Nonostante non abbia avuto alcun coinvolgimento nella tutela di sua figlia fino a poco tempo fa, Lynne Spears sta facendo valere i suoi diritti come se fosse una parte direttamente coinvolta nella controversia (cosa che non è)».

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