Rock

The War On Drugs: il migliore gruppo rock che il rock non sa di avere?

Con “A Deeper Understanding” la band di Adam Granduciel si dimostra pronta per un salto mainstream che tarda ad arrivare

Autore Billboard IT
  • Il4 Dicembre 2017
The War On Drugs: il migliore gruppo rock che il rock non sa di avere?

They should be gigantic. Così ne parlava il grande produttore discografico – nonché imprenditore di successo e dirigente di Apple Music – Jimmy Iovine in un’intervista a Billboard di un paio d’anni fa. Era il 2015 e i War On Drugs avevano messo a segno l’anno prima un vero instant classic, l’album capolavoro Lost In The Dream che li aveva catapultati dalla nicchia degli appassionati dell’indie rock al successo presso il grande pubblico.

Oggi la band di Adam Granduciel torna con un nuovo lavoro di inediti, A Deeper Understanding, che, pur con il cambio di etichetta avvenuto nel frattempo (dall’indipendente Secretly Canadian alla Atlantic Records), segna una naturale continuità con l’ingombrante precedente e pone le basi per un successo internazionale duraturo. Sì, i War On Drugs dovrebbero davvero essere “giganti”: da almeno tre anni sono uno dei più brillanti gruppi rock in circolazione. Ma perché quel salto di qualità fa fatica ad arrivare?


Per definire la loro musica sono stati affiancati a nomi come Bruce Springsteen, Tom Petty, Dire Straits, gli Eagles e il tardo Dylan. Condividono in effetti con questi artisti un certo tipo di sonorità rock anni ’80, soprattutto negli arrangiamenti delle parti strumentali, e se raccolgono il plauso di uno dei protagonisti di quella stagione discografica come Iovine vuol dire che siamo sulla strada giusta. Tuttavia l’operazione dei War On Drugs non si riduce al mero revival di una nostalgia Eighties, di un “dad-rock” ad uso e consumo del ceto medio nordamericano. Con la loro arte, semmai, dimostrano che è possibile fare innovazione musicale partendo da un impianto solidamente tradizionale.

Chi li ascolta per la prima volta capisce subito che la formula proposta dalla band di Filadelfia trova poche affinità nel panorama discografico rock contemporaneo. Da un lato assistiamo a una forte rivalutazione del formato album: i dischi dei War On Drugs sono caratterizzati da un’eccezionale coerenza interna, tanto negli arrangiamenti quanto nei testi delle canzoni; praticamente dei concept album senza concept. Dall’altro lato la forma-canzone è continuamente rimodellata: i brani sono degli spazi aperti che raramente scendono sotto i 5 minuti di durata (la splendida Thinking Of A Place ne dura ben 11), suggestivi paesaggi sonori che riflettono il paesaggio interiore di chi li sa vedere.


Il tutto è realizzato in studio con una cura per i dettagli degna di un filologo. Non è un mistero per nessuno il perfezionismo di Granduciel, mente e anima del progetto, il quale ha trovato nel lavoro di composizione, arrangiamento e registrazione una personale forma di terapia contro i problemi di depressione di cui soffre da tempo. La sua musica, come confessa nel singolo Strangest Thing, esiste “nello spazio fra la bellezza e il dolore”.

Foto di Shawn Brackbill

Con A Deeper Understanding i War On Drugs arrivano alla piena maturità artistica dopo una gavetta piuttosto lunga (Granduciel ha 38 anni), non priva di numerosi cambi di line up, e sono pronti per figurare come headliner in qualsiasi grande festival internazionale. Pubblico e critica l’hanno già capito da tempo. Che l’auspicio di Jimmy Iovine stia finalmente per diventare realtà?

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