Rock

I Fast Animals And Slow Kids rispondono al “Questionario di Proust rock”

Ieri è uscita Come Conchiglie, canzone sulla quarantena e sul ricordo, dei Fast Animals And Slow Kids: come non pensare alla madeleine dell’autore francese?

Autore Silvia Danielli
  • Il9 Maggio 2020
I Fast Animals And Slow Kids rispondono al “Questionario di Proust rock”

I Fast Animals And Slow Kids, foto ufficio stampa

Una delle band più vitali e da palco che ci siano nel panorama rock italiano ha pubblicato un singolo ieri, venerdì 8 maggio, sulle sensazioni vissute in quarantena. I Fast Animals And Slow Kids stavano vivendo un momento d’oro prima che il lockdown ci chiudesse ognuno a casa propria a cucinare pizze o a guardare concerti in diretta Instagram.

Davanti a loro avevano un sold-out all’Alcatraz e un (quasi) sold-out all’Atlantico, oltre alle date in tutta Italia che hanno sempre un riscontro pazzesco di pubblico. Ma come tutti si sono dovuti fermare. Così è nata a distanza, ognuno per sé, Come Conchiglie (e anche altri pezzi ancora nel cassetto). Un brano dove la band di Perugia ha potuto buttare dentro tutti i pensieri. E rielaborarli «come se fosse una seduta terapeutica», ci ha raccontato il cantante Aimone Romizi.


«Ci siamo resi conto che tutti stavamo vivendo la quarantena ma ognuno in modo diverso. Magari anche solo leggermente diverso. Però un conto è viverla da soli, con il proprio amore, con i figli. Abbiamo cercato di trovare una nostra voce comune dopo averci lavorato insieme».

Aimone ha vissuto la quarantena in maniera decisamente pesante. Per un motivo famigliare, non legato al Covid-19, ma a causa del lockdown tutto ha preso una piega ancora più «grottesca, perché non ci si poteva vedere». «I miei compagni di band mi hanno coccolato ed è per questo che mi è venuto da pensare a chi siano i congiunti: più congiunti dei FASK non so chi ci sia! Stiamo insieme da più di 10 anni!», racconta lui che alla fine si è ritrovato nella grande casa di famiglia di Perugia. insieme alla sua fidanzata Camilla, ovvero Camihawke, senza che questo fosse minimamente programmato («E questo è stato il lato positivo!»).


Come Conchiglie è nato grazie al ritrovamento di una scatola di conchiglie che avevano raccolto le sue nipotine in Grecia anni prima. È un brano sulla caducità del tempo, non soltanto legato al periodo della quarantena anche se Romizi sa che per sempre gli ricorderà questi giorni «come è successo per tutti i nostri brani». Questo non può che ricordarci la madeleine di Alla Ricerca del Tempo Perduto e allora abbiamo deciso di sottoporlo al famoso Questionario di Proust, in forma abbreviata e più rock, per tutta la sua band.

Il tratto principale del carattere della tua band?

L’ironia. Dentro i FASK tutto è importante e tutto è stupido. Ci approcciamo a qualsiasi cosa con il massimo della serietà ma la risata c’è sempre. Abbiamo sopportato 10 anni di concerti, di cose oscene e prevaricazioni ma non ce l’avremmo mai fatta senza ironia. Per esempio, io so di sbroccare spesso alla fine dei concerti. Quando gli altri me lo fanno notare, io me ne rendo conto, ci ridiamo su e finisce tutto!

Cosa apprezzi di più dei tuoi amici/compagni di band?


La sincerità. Non esiste un segreto. Ci diciamo tutto. Più che in una coppia perché lì non hai voglia di ferirti. Mentre tra amici i vaffanculo li lanci ma non è mai un problema.

Il vostro peggior difetto?

Ognuno ha i suoi difetti, eh. Però se ne devo trovare uno della band direi che ogni tanto ci lasciamo troppo andare e ci influenziamo troppo. Se uno non ha voglia di far qualcosa finisce che fa perdere la voglia pure agli altri!

Il vostro passatempo preferito?


CTR per PlayStation, un gioco di gare con i kart. I primi dischi li abbiamo registrati dentro la mia casa colonica e nelle pause giocavamo a quello e siamo diventati tutti fortissimi!

Cosa sogni per la vostra felicità?

La vicinanza del pubblico. Che tutto continui come va adesso in realtà. Che la gente ci voglia ascoltare per sentire quello che diciamo, non per moda.

Cosa vorreste essere?


I Fast Animals and Slow Kids.

In che paese vorresti vivere?

In Italia. Non avrei mai incontrato gli altri, se no. Oppure posso dire in qualunque posto del mondo basta che ci siano le stesse condizioni: con la mia fidanzata e la mia band.

I tuoi scrittori preferiti?


Uh è tutta roba pesante! Camus, per esempio. L’anno scorso mi avevano invitato a una rassegna letteraria e avevo proposto di fare un reading su La Peste (perfetta per questo periodo, ovvio). Ho scatenato una presa male generale. Che badilata di libro! Ma mi manda ai matti. Anche Gide, Carver…

Chi sono i tuoi eroi?

In questo periodo alcuni miei parenti e alcuni miei amici. Hanno reagito con una dignità e una forza sconvolgente. Nessuno di loro vola ma sono tutti saldi con un intelletto fuori dalla norma.

Il tuo musicista preferito?


È una domanda difficilissima. Ne dico tre al volo: Bruce Springsteen. Lou Reed. Iggy Pop.

Un personaggio della storia del rock che odi più di tutti?

Mah nessuno. Si sa che Morrissey spara cazzate ma poi i suoi pezzi sono la definizione del sentimento amoroso. Quindi cosa fai lo odi? No, non lo odierai mai perché è un artista enorme. Non voglio più riflettere sulla persona ma solo sulle sue opere artistiche.

Come ti senti attualmente?


In stallo. Sospeso.

Di cosa ti senti in colpa?

Di non aver messo davanti a tutto il tempo. Di non avergli dato priorità.

Lascia scritto il tuo motto della vita


“Vivere ardendo e non sentire il male”. Non so se sia il mio motto, è una scritta che si trova su una pietra vicino a casa mia e la trovo giusta per questo momento e forse per la vita in generale.

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