Pop

Stromae: «Pensavo che per essere creativi fosse necessario soffrire, ma ho cambiato idea»

Un incontro di circa mezz’ora con l’artista belga, dal nuovo album “Multitude” al ricordo del Festival di Sanremo 2014, fino al tour che arriverà anche in Italia, a Milano, a luglio

Autore Benedetta Minoliti
  • Il7 Marzo 2022
Stromae: «Pensavo che per essere creativi fosse necessario soffrire, ma ho cambiato idea»

Foto di Michael Ferire

Ci sono tantissime parole che si potrebbero utilizzare per descrivere Stromae. Paul Van Haver (questo il suo vero nome) è stato un ispirazione per tanti, come emerge dal mini-documentario Stromae Seen By…, pubblicato in tre parti su YouTube. Per chi già lo conosce, e per chi l’ha scoperto solo di recente, le immagini che scorrono raccontano la storia di un artista che è riuscito a far brillare gli occhi non solo al pubblico ma anche agli artisti.

Stromae è stato assente dalle scene per sette anni. In questo lungo periodo, il mondo è cambiato così tanto che si fa quasi fatica, a volte, a ricordare com’era anche solo due anni fa, prima della pandemia. L’artista belga sa bene che rimanere “nell’ombra” per un lungo periodo di tempo può essere un’arma a doppio taglio, ma come racconta durante l’incontro con i giornalisti a Milano, a qualche ora dalla sua esibizione a Che tempo che fa da Fabio Fazio, i biglietti per i suoi concerti sono andati sold out.


«Le persone non si sono dimenticate di me», ha detto Stromae. «Mi interessa avere qualcosa di importante da dire e so che c’è tanta pressione sugli artisti per pubblicare e non essere dimenticati. Non sono sicuro però che questa sia la soluzione migliore. Penso ci si debba concedere il tempo che serve». Stromae aveva bisogno di una “vita normale”. Di potersi fermare e rimanere lontano da interviste e concerti per potersi completamente dedicare a se stesso.

Il ritorno di Stromae con Multitude

L’occasione dell’arrivo in Italia del cantante è l’uscita del suo nuovo progetto, Multitude, pubblicato venerdì 4 marzo. Un album composto da dodici tracce che racconta una moltitudine di vite e di esperienze. Dall’omaggio ai lavoratori “mentre noi facciamo festa” in Santé alla depressione e i pensieri suicidi raccontati in L’enfer. Ma c’è anche la nuova vita da genitore, che ti cambia e ti costringe a rivedere le tue abitudini di C’est que du bonheur.


E proprio della paternità Stromae ci ha raccontato, con grande riservatezza sul nome del figlio di tre anni: «Ho passato gli ultimi tre anni letteralmente con le mani nella cacca. Ha cambiato il mio modo di scrivere le canzoni e i miei orari. Durante la composizione dell’album ho lavorato dalle 9 alle 5, per poi tornare subito a casa. È stato tutto nuovo per me. Pensavo che per essere creativi fosse necessario soffrire, ma poi ho cambiato il mio punto di vista».

C’è un’artista, su tutte, con cui il cantante belga vorrebbe collaborare

Multitude non è sicuramente un progetto facile. Stromae ha dato alla luce un album complesso, dove i testi si fondono con sonorità molto diverse tra loro. E nonostante i tantissimi musicisti che hanno preso parte al disco, non c’è nemmeno una featuring. C’è però un’artista con cui il cantante belga vorrebbe davvero collaborare: Adele.

Lo ha raccontato ai giornalisti senza pensarci troppo, perché come ha giustamente fatto notare, “chi non è un fan di Adele?”. Nonostante questo, però, ha deciso di non inserire nessuna collaborazione in Multitude. «Non aveva senso avere dei featuring», ha spiegato Stromae. Questo, però, nell’accezione più convenzionale del termine, perché, come detto, all’interno del disco ci sono tantissimi musicisti: «Aveva più senso collaborare con musicisti tradizionali, come Alfredo Cocca o Guo Gan, che è definito “il maestro dell’erhu”. C’è molto folk mischiato con il pop».

Stromae: «La world music è il nuovo pop»

Per Stromae, che con il suo nuovo progetto viaggia in tutto il mondo, dall’Asia all’America, per poi tornare in Europa, la world music “è il nuovo pop”. A dimostrarlo sono anche i suoi ascolti, che ci ha raccontato con in mano il telefono, scorrendo una delle sue playlist su Spotify: «Ci sono Rosalía, Omara Portuondo, Luzmilla Carpio, un po’ di rapper francesi. C’è anche “La Carpinese”, una tarantella che mi ricorda la musica tradizionale cubana. Ci sono davvero artisti da tutto il mondo».


Il cantante, inoltre, tornerà presto alla dimensione live. Non sarà solo al Coachella ad aprile, ma arriverà anche in Italia, il 20 luglio all’Ippodromo Snai San Siro per il Milano Summer Festival.

Sul suo ritorno sui palchi, Stromae ha raccontato: «Lo show è quasi pronto. Dura circa un’ora e ci sono pezzi sia vecchi che nuovi». E ha già pensato anche alla scenografia: «Sarà composta da due braccia robotiche che sosterranno dieci schermi. Qui saranno proiettate delle animazioni, tipo Pixas e Dreamworks».

Per la sua esibizione da Fazio, invece, Stromae si è esibito sulle note di Fils de Joie, ultimo singolo estratto da Multitude, suonato per la prima volta in TV. Una performance semplice, che lo ha visto protagonista insieme a tre musicisti (perché il quarto, come ci ha raccontato, è purtroppo risultato positivo al Covid).

Il ricordo del Festival di Sanremo nel 2014

Per Stromae, che è rimasto assente dalle scene per sette anni, l’incontro con i giornalisti non può non essere anche un’occasione per attraversare il “viale dei ricordi”. Nel 2014, infatti, il cantante è stato ospite al Festival di Sanremo ed è stato lì, complice anche l’intervista da Fabio Fazio, che il grande pubblico anche nel nostro Paese ha iniziato a conoscerlo e ad amarlo. Riguardo all’esperienza ha raccontato: «Non c’è un altro Festival come Sanremo, è qualcosa di tipicamente italiano. Avevo portato Formidable e ricordo che nelle prime file pensavano che fossi ubriaco ed erano impauriti. Ma stavo solo recitando».


Anche se sono passati sette anni, lo avevamo già detto all’uscita di Santé, potrebbe non essere passato un giorno. Incontrare Stromae e poter riascoltare la sua musica è come rivedersi con un caro amico che non sentivi da anni, ma quando si siede davanti a te la sua voce è così confortevole da far riemergere la bellezza dello stare insieme, del ritrovarsi e potersi raccontare come se ci fosse visti il giorno prima. Multitude non è un album facile all’ascolto, ma nella sua complessità è un progetto che racconta in modo pieno – e senza fronzoli – le moltitudini di sensazioni, e di vite, che ci ricordano, come ha sottolineato Stromae, “che non può esserci luce senza ombra, e viceversa”.

Ascolta Multitude, il nuovo album di Stromae

Share: