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Negramaro: «Esprimiamo le opinioni in “Contatto”, non sui social»

Stanchi dei commenti sui post, i Negramaro presentano il loro concept in uscita domani e rivendicano il diritto di poter dire la loro

Autore Silvia Danielli
  • Il12 Novembre 2020
Negramaro: «Esprimiamo le opinioni in “Contatto”, non sui social»

I Negramaro, credits Oriz

«Non potevamo che intitolare Contatto il nostro nuovo album. Quale era la cosa ci mancava di più durante il lockdown? Una e una soltanto: il contatto con gli altri», esordisce Giuliano Sangiorgi, la voce dei Negramaro, una delle band più “fisiche” e calorose che ci siano nella storia della musica italiana, che domani pubblica il suo decimo disco per Sugar Music.

Sono tutti e sei schierati a distanza, con mascherina sul viso, per la conferenza stampa virtuale di oggi e stasera saranno protagonisti di un live, Resta in contatto (sempre virtuale ovviamente sulla piattaforma A-Live), a partire dalle 21. La dimensione virtuale è la modalità a cui chiunque oggi si deve adattare, nolente o volente, ma loro forse hanno fatto un po’ più fatica. «Siamo come una famiglia, paralizzata da un evento terribile (l’emorragia cerebrale di Lele Spedicato nel 2018, ndr) e che si era perfettamente ripresa. Vivevamo di abbracci: vi rendete conto di cosa possa significare per noi?», ha proseguito Sangiorgi.


Il loro Contatto è un concept album, anticipato dalla title-track da 3 settimane alla numero 1 di Airone, la classifica dell’airplay radiofonico. Affronta temi delicati e impegnati perché «il cantante deve poter esprimere la propria opinione – incalza Giuliano. – Non si deve parlare di temi disarmanti sui social, io dico sempre: il post non è il posto giusto. C’è troppa leggerezza e io non voglio reagire a commenti di una bestialità disumana. Voglio dire la mia anche sulle persone che soffrono. Sulle persone che migrano, che non devono essere definite migranti e basta. Ho detto quello che pensiamo su questioni umane che sono anche politiche. Perché tutto è politica».

La cover di Contatto, con la direzione artistica di TheStylePusher

Il fil rouge è l’idea che chiunque possa fare qualcosa e che da un piccolo gesto possano derivare conseguenze positive. Contatto si apre con una canzone combattente, la stand-up song Noi resteremo in piedi. Al suo interno è presente anche un campionamento della manifestazione di Black Lives Matter e il ricordo corre subito anche ai CSI di Giovanni Lindo Ferretti. «Un vero mito per me e per mio fratello che me lo faceva ascoltare. Non voglio paragonarmi a lui ma mi ha sicuramente influenzato», racconta sempre Giuliano. Nel testo viene citato un dubbio che lo attanaglia “tra essere uomo oppure cantante”. «È il germoglio della crisi da cui parte tutto l’album. Ho vissuto una crisi shakespeariana: meglio essere uomo o cantante? Se devo essere un cantante non posso esprimere le mie opinioni? No, non lo penso proprio. Non siamo interpreti! Già ci troviamo in un’Italia degli interpreti oggi! Indice di “interpretismo” è veramente fin troppo alto!».


Giuliano racconta anche di un’altra crisi che lui avrebbe attraversato durante la stesura dell’album. «Dopo essere tornato dal tour con i Negramaro volevo solo riposarmi e trascorrere del tempo con mia figlia. Invece sono stato male per un mese, pensavo di avere qualcosa di grave ma Ilaria, la mia compagna, sapeva benissimo che era tutto psicosomatico. Mi ha imposto di uscire e di andare a fare quello che dovevo fare. Così ho fatto e ho ricominciato a scrivere».

La produzione e gli omaggi

La produzione è stata curata interamente da Andrea “Andro” Mariano, il tastierista della band salentina. «È un disco coraggioso perché abbiamo cercato di guardarci intorno, lasciandoci ispirare dai nuovi linguaggi – racconta Andro -. Ho cercato di guardare al nostro lavoro da una posizione esterna. I miei compagni mi hanno sostenuto fin dall’inizio, spingendomi a fare cose coraggiose: c’è l’elettronica, ci sono le chitarre, ci sono gli archi e in alcuni passaggi anche i fiati che ricordano le big band jazz», dice lui. In Dalle mie parti, il brano che chiude il disco dei Negramaro, c’è un omaggio a Ennio Morricone: «Le orchestrazioni sono state arrangiate da Stefano Nanni, che ha diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta, tanto cara al Maestro. Abbiamo registrato al Forum Village di Roma quando lui era ancora vivo, con i suoi musicisti. La coda è ispirata alle atmosfere dei film di Sergio Leone: è stata un’emozione unica». 

Anche Lucio Dalla viene ricordato con commozione e affetto, nelle atmosfere sonore e anche grazie a un riferimento testuale a Anna e Marco all’interno di La terra di nessuno.

L’unico feat: Madame

Nell’album è presente un unico feat: con la giovane (18 anni) e talentuosa rapper di Vicenza, Madame, in Non è vero niente. «Non ho sentito la differenza d’età tra di noi: è incredibile. Ho sempre amato il rap anche degli esordi e con lei ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Del resto dopo 10 anni in cui non avevamo dei feat., era giusto per noi coinvolgere ancora una volta una donna! Per noi spacca la donna, per cui dopo Elisa e Dolores O’Riordan era giusto dare importanza a Madame!».


I live

I Negramaro stasera saranno protagonisti di un evento dedicato a tutti i loro fan ma anche per portare avanti, per quanto possibile, il lavoro di tutti coloro che dei live vivono. Anche lunedì 16 si esibiranno per “SUITE 102.5 Prime Time Live”, in diretta su RTL 102.5, dalle 21. Però sono piuttosto scettici sul fatto che questa possa essere la modalità del futuro. «Mi manca tutto dei concerti: il sudore, il contatto appunto, la birra che ti puoi prendere. Io credo che dobbiamo solo resistere e aspettare che passi. Se dovesse andare avanti così per anni io vi giuro che cambio mestiere!».

«Questo non è un album per lo streaming, è un album per la vita! », conclude Sangiorgi. «Deve essere suonato dal vivo e un giorno ricapiterà!». «Quello che spero è che a mia figlia (a cui è dedicata Devi solo ballare, ndr) non rimanga la paura e la diffidenza nei confronti di chi non conosce!«

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