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«Sono ancora un diablo e un “pugile fragile”»: Piero Pelù si racconta

Pelù pubblica domani il nuovo album e parla di ecologia, rapporti di coppia, violenza contro le donne. Ma su Matteo Renzi apre la camicia

Autore Silvia Danielli
  • Il20 Febbraio 2020
«Sono ancora un diablo e un “pugile fragile”»: Piero Pelù si racconta

Piero Pelù, foto di Francesco Prandoni

«Non so se avete notato le squame sulle braccia che ho nella foto di copertina: sapete cosa significano vero?». La prima domanda alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo album che uscirà domani, venerdì 21 febbraio, è Piero Pelù a porla ai giornalisti. La risposta sembra scontata vista l’energia che Pelù è stato in grado di sprigionare, sia nel nuovo lavoro Pugili Fragili che dal palco del festival di Sanremo, dove si è piazzato al quinto posto con Gigante: «Ebbene sì, ho cambiato pelle. Ragazzi quest’anno festeggio ben 40 anni di carriera: in questo lavoro ci ho buttato dentro sia tutti i generi che ho affrontato nella vita da solista e con i miei amatissimi Litfiba sia tanti argomenti diversi».

Il cantante fiorentino ci ha raccontato che avrebbe voluto fare un intero album di cover con duetti (ce ne è soltanto uno, in Fossi Foco con Andrea Appino degli Zen Circus) ma alla fine «avevo i cassetti pieni di roba interessante tra cui Gigante, Nata Libera e Pugili Fragili e quindi ho deciso di sviluppare questa produzione originale».


Pelù, forse inutile ribadirlo, è in gran forma. Jeans neri con cuciture borchiate sui fianchi, camicia nera strettissima che aprirà al momento giusto per mostrare la scritta sul petto, stivali camperos neri. Un orecchino con il 4 e uno con lo 0. 40, appunto.

«Sono arrivato a una età in cui o uno si diverte davvero con quello che fa o va a coltivare l’orto», scherza lui, e continua: «Ho bisogno di mettermi sempre in discussione e di coltivare l’incoscienza. Combatto da anni anche contro chi dice che il rock è morto da anni e anni. Poi vai a Sanremo e scippi la borsetta Chanel alla signora della prima fila!».


«Oh ragazzi, mi hanno detto che costava 5mila euro! E io la sventolavo come se niente fosse», racconta lui ridendo e rispondendo alla domanda che tutta Italia si è fatta su quella borsettina roteante.

Le lotte interne

Tanti davvero i generi che si ritrovano in Pugili Fragili: il rock, il blues, tocchi punk, ma anche chitarre che ricordano il metal e l’elettronica. Per produzione e arrangiamento Pelù ha chiamato Luca Chiaravalli con il quale ha litigato costantemente: «Ragazzi è stato un lavoro massacrante. Io volevo spingere il suono verso Iggy e gli Stooges e lui voleva arrivare a un risultato molto più pop. È stato duro ma importante. Del resto, io ho le spalle larghissime, sono abituato a 40 anni di lotte e poi compromessi. Prendete la mia storia con Ghigo! Ora, guardate, posso affrontare anche un disco di Ramazzotti!».

Le collaborazioni

Due le collaborazioni: con Francesco Sarcina per la scrittura a quattro mani di Luna Nuda e, come già detto, con Andrea Appino per Fossi Foco, scritto e cantato insieme. «Io e Appino siamo entrambi toscani, ci siamo trovati anche se abbiamo 14 anni di differenza. Perché abbiamo frequentato gli stessi centri sociali. Lui ha avuto il culo di esserci andato da piccolo con la mamma, io la mia libertà me la sono costruita di più. Comunque abbiamo deciso insieme che il poeta più punk toscano era Cecco Angiolieri quindi abbiamo deciso di citarlo!».

L’amore di coppia

Tanti gli argomenti affrontati nell’album. Dall’amore di coppia raccontato nella title-track: «Mi sono sposato dopo tanti anni e ho capito l’importanza di non smettere mai di lottare dentro a un rapporto per salvaguardarlo. Bisogna essere dei pugili, appunto, fragili».


Ecologia

Al tema ambientale che già aveva abbracciato in più occasioni, dal Clean Beach Tour insieme a Legambiente (per pulire le spiagge dai rifiuti come ha fatto recentemente proprio a Sanremo) al brano Picnic All’Inferno con parte del discorso di Greta Thunberg: «Io ringrazio Greta per aver dato nuovo impeto alla causa ambientalista e ringrazio anche i miei genitori che hanno insegnato a me e a mio fratello Andrea a ripulire tutti i posti dove andavamo in gita quando eravamo piccoli. Raccogliere la plastica non è da sfigati ma da rivoluzionari!».

La violenza sulle donne

E poi ovviamente il tema della violenza sulle donne, ricordato tutte le sere dal palco dell’Ariston con una fascia nera al braccio e raccontato nel brano Nata Libera: «il più dark di tutti», con un chiaro omaggio nella melodia a De André nel ricordare La Canzone dell’Amore Perduto. «Ci tengo a chiedere scusa alle donne per il comportamento inaccettabile di noi uomini. Dovrebbero esistere delle associazioni dove possano andare gli uomini per affrontare le delusioni e i dolori che seguono ad abbandoni o tradimenti. Anche gli uomini vanno educati, non è possibile che reagiscano così».

No Comment

È sulla domanda sul rimborso di 20mila che gli è stato chiesto da Matteo Renzi in seguito alle sue battute dal palco del Primo Maggio nel 2014 (lo aveva apostrofato come “Il non eletto, il boy-scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia c’è una guerra interna che si chiama disoccupazione”) che il cantante di El Diablo apre la camicia e mostra il petto. “No Comment” si legge.

Pelù si allarga la camicia per rispondere a una domanda
Pelù si allarga la camicia per rispondere a una domanda

Il primo concerto

Prima di elencare i concerti del Pugili Fragili Live 2020, che partiranno il 3 luglio al Rugby Sound Festival di Legnano (Milano), Piero racconta un sentito ricordo sulla prima data in assoluto della sua vita, l’8 marzo del 1990 a Firenze.


«Era in un circolino di Firenze e ce lo aveva trovato Federico Fiumani. Peccato che non ci fosse nemmeno il palco. Mi sono messo a unire tutti i tavolini della tombola e ho creato il palco. Ho fatto da solo, come spesso nella vita, anche se non finirò mai di ringraziare il mio team. Sono ancora un vampiro eh. Anzi un vamPiero che vampierizza tutto».

Guarda la nostra videointervista:



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