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Se non conosci Random è arrivato il momento di ascoltarlo

Oggi esce “Scusa AAA” il terzo singolo di Random, l’artista di 18 anni che grazie a TikTok ha avuto un successo pazzesco con “Chiasso”. L’intervista

Autore Silvia Danielli
  • Il10 Gennaio 2020
Se non conosci Random è arrivato il momento di ascoltarlo

Random, autore di "Chiasso" pubblica il singolo "Scusa AAA"

Random è un artista di 18 anni che è diventato un fenomeno grazie a TikTok, senza volerlo. Ed è giustificato il termine fenomeno perché il suo brano Chiasso, uscito lo scorso maggio, già certificato doppio disco di platino, ha più di 50 milioni di streams su Spotify. È entrato nella Top 10 della Global Viral chart di Spotify e il video conta più di 16 milioni e mezzo di views su YouTube. Mentre il secondo brano, Rossetto, ha più di 12 milioni di streams su Spotify. E Random è conosciuto da tutte le ragazzine e i ragazzini tra gli 8 e i 13 anni, l’età perfetta per TikTok, appunto.

Oggi esce il terzo singolo Scusa AAA su etichetta MY OWN FAMILY & VISORY RECORDS /BELIEVE con il video che vede protagonista lo stesso Random insieme a Chabeli Sastre Gonzalez, l’attrice della serie tv Baby.


Qualche mese fa era diventato talmente famoso il titolo del suo brano su TikTok, Chiasso, che la gente credeva fosse quello il suo vero nome. «Questa cosa mi dava troppo fastidio all’inizio, poi mi sono abituato», racconta lui che all’anagrafe è Emanuele Caso, nato a Massa di Somma in provincia di Napoli e trasferitosi a 2 anni a Riccione. Con un accento romagnolo spiccato e il tipico “dai” come intercalare, Random risponde al telefono alle nostre domande.

Innanzitutto: sei partito con i freestyle ma ora ti definiresti rapper o cantautore?


Nessuno dei due, sono abbastanza contrario alle definizioni. Anche per i generi: non mi piace limitarmi, preferisco mischiare sempre. Per cui non saprei proprio rispondere, va bene un artista o un semplice ragazzo che fa musica come sfogo.

Quando eri piccolo sognavi di diventare un artista?

Come tutti i bambini napoletani, perché queste sono le mie origini, volevo diventare calciatore o astronauta. Ma già a 14 anni la musica è diventato il mio interesse principale.

Ti ha influenzato la musica napoletana in qualche modo?


Mah, non saprei, mi sono sempre piaciuti Clementino, Rocco Hunt, Luché. Direi quel tipo di rap napoletano.

E chi altro ascolti ora?

Emergenti della mia età che non conosce nessuno, come Etnico, rapper di Riccione, Lebo di Roma o Vago di Genova. Oppure nomi in ascesa già affermati come Madame. Ma poi il mio artista preferito è Ed Sheeran, quindi spazio parecchio.

E tha Supreme?


Mi piace moltissimo, dai, spacca. In un certo senso mi pare che il mio percorso non sia lontanissimo dal suo, anche se lui ha portato avanti un’impresa pazzesca. Ha la mia età ed è riuscito a creare il suo stile. Mi piace il suo modo di mischiare i generi, credo che in questo ci sia affinità tra di noi.

Le tue canzoni nascono sempre dal lavoro comune con Zenit?

Sì, ci aiutiamo al 100%. Magari io gli chiedo magari di aggiungere un beat oppure lui mi suggerisce di mettere più energia con le rime in un altro punto. Tutto è nato nella classica cameretta ma ora viviamo proprio assieme, io, lui, il mio dj e un altro ragazzo. Se a me viene in mente qualcosa mentre sono sdraiato sul letto vado in studio e produco: sono i pezzi migliori.

Il tuo nuovo pezzo Scusa AAA parla proprio di amicizia, vero?


Esatto. Anche se potrebbe sembrare una canzone d’amore. Il fatto è che tutti almeno una volta nella vita hanno avuto bisogno di chiedere scusa. A me è capitato proprio nei confronti di Zenit e degli altri amici. Abbiamo attraversato un periodo strano, ci stavamo dividendo, dai. Io ci soffrivo troppo e ho capito che l’unico modo per risolvere la situazione poteva essere quello, mettendo da parte l’orgoglio. Era troppo importante per me, li considero fratelli, anche se ora posso dedicare loro meno tempo di prima.

Nel video, invece, sembra più il racconto di una storia d’amore. Come è stato per te recitare?

Difficile, perché sono molto timido e fatico parecchio. Per il video di Rossetto ero entrato in crisi, perché era la prima volta ed ero piuttosto impacciato. Per quest’ultimo mi ha aiutato tantissimo Chabeli che è un’attrice molto esperta, così mi è sembrato semplice immedesimarmi nel mio personaggio.

Facendo un passo indietro: mi puoi spiegare bene come è andata con TikTok?


TikTok è un trampolino di lancio incredibile, dovrebbero inserire i dati nella classifica ufficiale. Io non ero affatto esperto ma lo sono dovuto diventare perché serve a un artista oggigiorno. Io non so come sia accaduto ma da un giorno co nl’altro hanno iniziato a girare prima 10 TikTok, poi il giorno dopo erano 1000, poi 3mila e via dicendo. Quando è diventato virale lo stavano facendo tutte le persone più famose. Adesso ovviamente mi aiuta una persona. È geniale, dai. Mia sorella di 12 anni ovviamente ne capisce molto più di me. Per lei TikTok è come era per me Facebook quando ero alle medie.

Non ti pare che TikTok metta più in luce la canzone dell’artista?

Certo. Per quello infatti all’inizio pensavano che mi chiamassi Chiasso! Poi dopo ci abbiamo lavorato e la percezione del pubblico è cambiata, per fortuna.

Tua sorella comunque è molto fiera di te immagino?


Ovviamente! Ci sta, dai. È brava pure lei con una bella voce.

Anche i tuoi?

Sì, sono pastori di Chiesa. Mi hanno sempre supportato e hanno creduto in me.

La tua storia mi ricorda in parte quella di Ultimo che comunque era partito dal rap per trovare un suo percorso più melodico, cosa ne pensi?


Ogni artista a modo suo è unico e fa un percorso imparagonabile. Tutti sognano di fare quello che ha fatto lui, questo è ovvio. Non mi sento troppo vicino, nel senso che credo che i miei pezzi non siano classificabili in un genere: a volte sono brani più mielosi, altre più arrabbiati. Cambiano sempre.

Dimmi una cosa che non hai mai detto su Chiasso.

All’inizio non piaceva ai miei manager ma soltanto a me e Zenit. La prima versione era rock. E poi è nata una volta che stavo viaggiando sul rimorchio del camion di mio papà che stava andando a lavorare. Te ne ho dette tre!

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