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Le 10 canzoni dell’estate di Dardust

“Talkin’ About a Revolution” di Tracy Chapman, “Vogue” di Madonna e “Lullaby” dei The Cure. Queste sono solo tre delle canzoni che Dardust collega all’estate. Scoprile tutte sul nostro sito

Autore Billboard IT
  • Il18 Agosto 2019
Le 10 canzoni dell’estate di Dardust

Le 10 canzoni dell'estate di Dardust

Dietro a molte (moltissime) canzoni italiane di successo c’è lui. Dardust (all’anagrafe Dario Faini) è un polistrumentista, compositore e produttore che ha esordito nel 2015 con il disco 7. Da allora ha fatto moltissima strada, soprattutto per la sua capacità di unire la sua cultura musicale di impostazione classica alle nuove sonorità dell’elettronica.

In questi ultimi mesi Dardust ha scritto o collaborato per molti brani di successo. Alcuni esempi? New York dei Thegiornalisti, Se Piovesse il Tuo Nome di Elisa, Nero Bali di Elodie, Michele Bravi e Guè Pequeno. Ma potremmo andare avanti per ore: ha collaborato con Ermal Meta, Alessandra Amoroso, Francesca Michielin, Sfera Ebbasta, Chiara Galiazzo, Fabri Fibra, Levante, Giusy Ferreri, Jovanotti ecc. È coautore e produttore (insieme a Charlie Charles) della super hit Soldi di Mahmood.


Gli abbiamo chiesto quali sono i dieci pezzi che da sempre collega all’estate. Ecco la sua raffinata selezione.



Le 10 canzoni dell’estate di Dardust

Lullaby – The Cure

«Difficile pensarla come una canzone estiva, a partire dal video. Eppure ha segnato definitivamente il mood della mia estate del 1989 e il mio ingresso definitivo nella “darkitudine”. Un brano con una struttura unica e con un riff di chitarra indimenticabile, cosi come i pizzicati di archi e l’assolo di archi nella seconda metà. Indelebile»




Sign O’ The Times – Prince

«Quando uscì rimasi spiazzato dal sound ipnotico del beat, assolutamente alieno in quel periodo. Capolavoro di modernità e di minimalismo pop. Gigantismo in un mare di plastica»



Vogue – Madonna

«Il piano house che diventa iconico e popular con un’eleganza abbastanza unica. Madonna ai massimi livelli di songwriting nel dancefloor con un sound unico. Freschissimo e iconico ancora oggi. Il miglior special rap per un’artista mainstream di quel periodo»



Mia Bocca – Jill Jones

«Pensa che a quei tempi lo odiavo ed è il primo brano estivo che mi è venuto in mente, soprattutto per l’esotismo black and white del video di Jean Baptiste Mondino. Si sent e l’ascendente di Prince sul sound ora capisco perché mi è rimasto impresso»



Tell Me – Nick Kamen

«Il producer Patrick Leonard ha inventato un suono unico nel pop degli anni Ottanta. Tell Me è il suo manifesto di hit usa e getta. Ma dannatamente Smash»




Casanova – Rondò Veneziano

«Forse non sarà un brano estivo ma era l’unico brano che ho sentito per un’estate intera con il walkman e le cuffie mentre giravo per i boschi marchigiani durante la mia infanzia. La musica strumentale è entrata nella mia vita con Rondò Veneziano. Senza ombra di dubbio»



Talkin’ About a Revolution – Tracy Chapman

«Per me è un brano estivo ed è collegato ad Amnesty International, l’evento torinese dell’88. Rimasi shockato e impressionato dalla sua voce e dal ritornello “run run run run run”. È incredibile come lo trovai cosi assurdo e fastidioso all’inizio e come mi catturò e conquistò definitivamente dopo vari ascolti»



Gipsy Woman (She’s Homeless) – Crystal Waters

«La prima cellula di sillabe che è entrata nel mio immaginario in maniera incisiva. Credo abbia influenzato decisamente il mio songwriting come concetto di tormentone e memorabilità ossessiva. Ma anche il sound era assolutamente fresco e potente anche se con pochissimi elementi»



Twist in My Sobriety – Tanita Tikaram

«Come fare entrare il suono dell’oboe nel pop. Indimenticabile. Io lo trovo un brano unico e quel riff e assolo lo trovo elegantissimo e magico e si sposava perfettamente con la voce scura e calda di Tanita»




It’s a Sin – Pet Shop Boys

«Può una melodia cosi drammatica e “patetica” nell’accezione vera del termine diventare un brano estivo incredibile? Si, è It’s a Sin che ha portato definitivamente la melanconia nelle mie estati. Ed è proprio quel contrasto tra beat e nostalgia che continuo a cercare da sempre quando scrivo i miei brani estivi»



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