Interviste

Alessio Bernabei: «Ora ho capito cos’è una vita normale. Senza filtri»

Alessio Bernabei ha intitolato il suo secondo disco di inediti da solista “Senza Filtri”: un EP che racconta i suoi gusti musicali, simili a quelli di molti ragazzi della sua età

Autore Giovanni Ferrari
  • Il6 Novembre 2018
Alessio Bernabei: «Ora ho capito cos’è una vita normale. Senza filtri»

Alessio Bernabei - Senza Filtri - 2

Ha lasciato alle spalle il suo enorme ciuffo e ha deciso di tornare sulle scene con un album che racconta il suo cambiamento profondo. Alessio Bernabei ha intitolato il suo secondo disco di inediti da solista Senza Filtri, come a sottolineare la necessità di togliere ogni tipo di ostacolo nella comunicazione di sé al mondo circostante. Il risultato è un EP che racconta i suoi gusti musicali, simili a quelli di molti ragazzi della sua età, e che lo porta a svelare tante sue recenti scoperte.

Alessio Bernabei - Senza Filtri - 1

Il brano Ti Ricordi Di Me? ha anticipato l’uscita del disco. Perché proprio questa canzone? Come hai pensato questo ritorno?


Questo brano racconta il nuovo me. Se guardi il video, lo puoi intuire. Questo ritorno mi piace molto perché è uno svelarmi semplice per quello che sono ora. È stata un’evoluzione musicale che mi ha portato a essere così, a usare la voce in questo modo, a cantare delle canzoni che mi raccontassero. E a portare avanti dei suoni di questo tipo. Il tutto guardando finalmente al passato con un sorriso.

A proposito di suoni, in Senza Filtri ci sono più influenze musicali. Come definiresti il tuo genere attuale?


In questo anno ho esplorato tantissimi generi. Ho studiato molto. Dal pop al reggaeton, passando per la trap e per il cantautorato italiano. Questo mio essere curioso mi ha portato verso questa direzione che è l’unione di più cose. È un misto che rappresenta molto come sono in questo momento della mia vita.

La mia impressione è che hai trovato il modo di proporre qualcosa di veramente tuo.

Sì. Ho semplificato. Ci sono molti meno virtuosismi nel mio modo di cantare. Volevo tirare fuori l’essenziale, sia dal punto di vista del look (ho tolto gli eccessi, mi sono mosso verso qualcosa di più minimal) ma anche dal punto di vista musicale e artistico. Volevo cose dirette, senza troppi giri.

Si percepisce che il tema del cambiamento è molto importante per te. Senti spesso l’esigenza di “cambiare”?


Il cambiamento fa parte dell’essere umano. Tutto è sempre in una continua evoluzione. Non bisognerebbe mai avere paura di cambiare: fa parte della vita. Io ho voluto raccontare tutto questo dal punto di vista artistico, in modo che tutte le persone ci si potessero ritrovare. Oltre al tema del cambiamento, nel disco parlo tanto anche di amore: è l’emozione che ci fa viaggiare. Sarà il tema più inflazionato dei cantanti, ma ci sarà un motivo per cui tutti ne cantano (ride, ndr).

Come è stata la scrittura dei brani della tracklist?

Negli anni passati mi arrivavano provini già fatti e poi lavoravo su quelli. Quest’anno, invece, quelli della tracklist sono brani nati in studio. È stato un lavoro vero. Queste canzoni le ho viste nascere tutte, una per una. Mi sento super partecipe di questo lavoro. Sono molto soddisfatto.



Il titolo del disco Senza Filtri può riferirsi a varie cose: al bisogno di autenticità, al bisogno di voler dire tutto ciò che si pensa senza ragionare sulle conseguenze… Tu cosa intendi?


Mi è piaciuto giocare su questa metafora e paragonare i filtri di Instagram ai filtri della vita. A me non piacciono i filtri su Instagram e non sono nemmeno capace di usarli nella mia quotidianità. Io ho sempre detto quello che mi passava per la testa. A volte – per colpa di questo mio essere così genuino e spontaneo – ho detto anche troppo. Questa cosa può essere un pregio ma anche un difetto.

Esatto. Tra l’altro, come vivi le critiche?

Questo lavoro è fatto per forza di cose anche di critiche. Se sono fatte a livello costruttivo, possono essere d’aiuto. Ma è spiacevole se vengono costruite quando non si conosce l’artista. Molti non mi conoscono ma si sentono in dovere di giudicarmi e categorizzarmi. Questa cosa non mi va bene.

In Senza Filtri ci sono diverse anime. Sei divertito in Come Dici Tu e Messi e Ronaldo e più arrabbiato in Avanti un Altro. In quale di queste parti ti senti più a tuo agio?


Non ci crederai ma in realtà fanno tutte parte di quello che sono. Anche nella vita sono così. Ogni tanto mi piace ritrovare l’Alessio ironico che c’è sempre stato (sono cresciuto guardando Jim Carrey: immagina!) ma anche l’Alessio che parla di cose serie. Mi ha aiutato molto il produttore Alessandro Gemelli in questa cosa.

In questi mesi hai vissuto una vita “normale” da venticinquenne e hai recuperato esperienze che non eri riuscito a vivere a pieno. Mi racconti di questo momento?

Quest’anno mi sono riscoperto. A 21 anni ho iniziato a girare, lavorando con la mia musica, e di fatto non mi sono mai fermato. Avevo bisogno di un attimo di pausa. Volevo vedere com’è la vita di un ragazzo della mia età. Sono andato a vivere da solo, ho imparato a cucinare, a pagarmi le bollette e a farmi la spesa. È stato un periodo che mi ha fatto molto bene.

Senza Filtri è il tuo secondo disco da solista. Come immagini la tua carriera?


C’è ancora tanta strada da fare. L’obiettivo è quello di continuare a fare questo lavoro per tutta la vita. È una cosa che va conquistata. Bisogna essere sul pezzo, reinventarsi, cambiare. Io tra tanti anni mi vedo esattamente come oggi. Magari con una bella famiglia. E continuando questa vita con la musica.

Mi racconti il rapporto con il tuo pubblico? Tante persone si riconoscono in te.

Ho la fortuna che il mio pubblico è molto simile a me. Secondo me i fan tendono ad assomigliare all’artista che amano. I miei sono genuini come me. Si ritrovano molto nelle mie parole. C’è un rapporto molto tranquillo e umile tra noi.

Hai fatto tre anni di seguito a Sanremo e poi ti sei fermato. Cosa ti viene in mente se pensi al Festival?


Guarda, Sanremo non è mai sereno, te lo posso assicurare (ride, ndr). È una settimana che ti distrugge fisicamente e mentalmente. Però posso dirti che è l’esperienza più grande che io abbia mai vissuto nella mia vita. Tre partecipazioni a Sanremo cambiano il tuo modo di vedere tutto. È un bagaglio che porterai per sempre con te. È una cosa che ti segna.

Cosa ti aspetta nei prossimi mesi?

Mi piacerebbe tornare a suonare live, magari nei club che sono una realtà ben diversa dalle piazze e dai festival che ho fatto in estate. Non vedo l’ora di cantare dal vivo i nuovi pezzi.

Alessio Bernabei - Senza Filtri - 3

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