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Chi è Hello Mimmi? Alla scoperta della nuova recluta di Bomba Dischi: anteprima video e intervista

La giovane cantante ci lascia in anteprima il video del suo nuovo singolo per la label romana. Una via di mezzo hyperpop tra il pop giapponese e lo Zecchino d’Oro

Autore Claudio Biazzetti
  • Il14 Gennaio 2022
Chi è Hello Mimmi? Alla scoperta della nuova recluta di Bomba Dischi: anteprima video e intervista

Hello Mimmi (fonte: ufficio stampa)

Hello Mimmi è lo pseudonimo che Caterina Pelliccia ha scelto per il suo progetto che dire kawaii è poco. La reference di base è quella del J-Pop, ovvero quel pop giapponese cantato in genere da giovani ragazze che segue un codice visivo e anche sonoro abbastanza riconoscibile. Tanto rosa, tanto confetto, tante allusioni innocenti, tante emoji e la tipica voce quasi infantile, tanto è acuta.

Dopodiché – e nel video che abbiamo in anteprima oggi è lampante – il fatto di essere italiana de Roma ha fatto sì che questa giapponesità di Caterina si contaminasse di Zecchino d’Oro, quello dei tempi de Le Tagliatelle di Nonna Pina: solo che qui la dolce Harajuku Girl dell’Urbe ci insegna a fare i Gyoza, i tipici ravioli giapponesi che vanno pucciati in ingenti quantità di salsa di soia.


È l’ennesima trovata geniale dei ragazzi di Bomba Dischi, che a dieci anni dalla fondazione conservano lo scettro di Signori del weird, ma quello bello e fatto bene. Chiamo Caterina verso ora di pranzo, quando parlare di ravioli fa ancora più male.

Vai ancora all’università, giusto? Cosa studi?

Studio Moda alla NABA di Roma. Mi trovo molto bene, sono molto appassionata. È un periodo bello intenso ora, prima di febbraio. Ci sono parecchi esami e scadenze, quindi un po’ è stressante.


Parliamo di cose belle allora: qual è il segreto per un raviolo perfetto?

Ci devi mettere solo una testa d’aglio. Per tipo 80 ravioli ci va solo una testa d’aglio, non tre come dicono le ricette. Tipo che muori di alitosi se metti tre teste. Quello è il primo segreto che abbiamo imparato. E poi non devi mai far seccare la pasta. Tanto zenzero nell’impasto, a noi piace così.

Per noi intendi tu e i tuoi amici?

Io e il mio ragazzo, che è anche il mio produttore. Fa parte di un duo che si chiama Aegeminus. Lui fa la produzione e il suo socio si occupa di mix e master.

Quando è iniziato il progetto Hello Mimmi?

Dunque, è iniziato più o meno un anno e mezzo fa, per caso. Quando abbiamo iniziato a frequentarci e la relazione è andata avanti, io per puro caso gli ho detto: “Ma perché non facciamo una canzone insieme?”. Così, per ridere e anche un po’ per rompere. Il primo pezzo che abbiamo fatto uscire su Soundcloud è stato Cotton Fioc, che poi è stato inserito nella compilation Danzə. È lì che ci siamo fatti notare un pochino, anche se comunque sono sempre pezzi leggeri, spiritosi. Io non sono una cantante. Era solo per il “lol”. Col tempo abbiamo capito che c’era questa scena SoundCloud che ci poteva accogliere, quindi l’abbiamo presa un po’ più “sul serio”. Ma sempre tra mille virgolette, eh. A mio parere le produzioni sono bellissime, ma sono un po’ di parte. Ora siamo al quarto singolo.

E che reference gli hai dato all’epoca? Io ci sento ovviamente il J-Pop, la PC Music e in questo caso pure lo Zecchino d’Oro de Le Tagliatelle di Nonna Pina.

Esatto. Io mi sono occupata delle reference legate al mondo J-Pop, kawaii, al mondo idol. Tutta la parte PC Music è una cosa del mio fidanzato, una cosa che si porta dietro lui nei suoi pezzi. Per me è anche la combo di queste due cose che ha funzionato. Io sono legata molto al mondo giappo, la sfera kawaii. Era il mondo più adatto a me. Però è vero quello che dici. Questa reference giapponese, se canti in italiano, è inevitabile che un po’ si trasformi in Cristina d’Avena e Lo Zecchino d’Oro. Per me i cartoni sono quello. Cooking Mimmi ha come reference base Le Tagliatelle di Nonna Pina, cioè vuole fare una ricetta cantata. In più c’è anche un po’ il mondo del videogioco di Cooking Mama.


Stiamo provando a basare un discorso sullo storytelling, analizzando con suoni e mood diversi dei temi che tratto tutti i giorni. Come se fosse un diario della mia vita. Esempio, quando dovevo prendere la patente abbiamo fatto Foglio Rosa. Ero sotto stress per l’esame. Ora stiamo cercando di raccontare un po’ la mia vita.

Questa cosa comunque può avere dei forti risvolti terapici.

Assolutamente. Ti fa prendere tutto molto più alla leggera. Se mentre ti stai preparando alla patente, scrivere una canzone come Foglio Rosa significa che quando vai a scuola guida ti viene da ridere. Te la canticchi e ridi. È un modo per sfogare la parte seria che deve essere focalizzata tutti i giorni. Mi permette di essere molto più leggera. Anche se poi in tutte le mie cose sono sempre abbastanza rosa, abbastanza confettina.

La tua voce è effettata o quegli acuti sono tutti farina del tuo sacco?

Un minimo di autotune lo noti, però di base ora mi senti con la mia voce normale. Ma quando canto ho un’altra voce. Quella acuta che senti. Tutti quelli che mi sentono e poi mi conoscono dal vivo mi dicono: “No, ma non sei tu” (ride, ndr). È come se mi trasformassi, come Hannah Montana.

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