Hip Hop

Tancredi: «Iride è il mio canto libero senza freni»

Tancredi ha pubblicato ieri il suo EP d’esordio, Iride, un progetto che lo descrive al 100% e di cui è molto fiero. L’intervista

Autore Benedetta Minoliti
  • Il15 Maggio 2021
Tancredi: «Iride è il mio canto libero senza freni»

Tancredi, foto di Fabrizio Cestari

Semifinalisti di Amici di Maria De Filippi e giovane cantante che ha trovato il suo modo, unico, di raccontarsi attraverso la musica. Tancredi, 19enne milanese, ha tutte le carte in regola per ritagliarsi il tuo posto nella scena musicale italiana. Ieri, venerdì 14 aprile, ha pubblicato il suo primo EP, Iride, per Warner Italia.

L’EP racchiude alcuni dei brani con cui il pubblico l’ha conosciuto, Las Vegas e Fuori di Testa, ma anche brani meno recenti, come Bella e Alba, che raccontano l’inizio del percorso musicale di Tancredi prima di Amici.


Un EP variegato, attraverso cui Tancredi ha trovato gli spazi giusti per raccontare tanto di sé, dagli amici al rapporto con la scuola, fino a quello con la sua famiglia.

Lo abbiamo intervistato per farci raccontare del suo primo progetto discografico, di com’è la vita dentro e fuori dal programma di Maria De Filippi.


La title trak dell’EP è un brano che racconta chi sei, una sorta di dichiarazione d’intenti.

Iride è la penultima canzone che ho scritto per l’EP. Ho una concezione temporale un po’ sfasata in questo momento, ma credo sia nata a settembre, mentre ero in campagna con alcuni amici. Avevo la strumentale, ma non riuscivo a scriverci nulla, quindi l’ho messa da parte, per poi lavorarci con il mio produttore, Federico Nardelli. Ho scritto della mia vita senza filtri, è un canto libero senza freni inibitori. Ho parlato dei miei amici, della mia situazione familiare e di come ho vissuto la scuola. È il brano a cui tengo di più, perché sono riuscito a raccontarmi.

Tancredi, da Las Vegas alla vita fuori da Amici

Las Vegas è il primo brano che abbiamo ascoltato quando sei entrato ad Amici. Una hit, senza girarci intorno, che ha mostrato a tutti fin da subito il modo che hai di padroneggiare il palco. Una cosa non da poco, se contiamo che prima dell’esperienza nella scuola non ti eri mai esibito dal vivo.

Las Vegas è nata qui, dalla camera da cui ti sto parlando, mentre ero insieme al mio produttore. Avevo una mezza idea di provare a fare una roba un filo funky, con cassa in 4 e il basso che ti prende totalmente. L’ho scritta in un giorno, raccontando questa storia ironica fatta di tanti piccoli misunderstanding. Tra l’altro, ti dirò questa cosa che non ho ancora detto a nessuno: la strofa era completamente diversa. L’ho portata ai casting e Maria mi ha detto: “Ci sono troppe parole”. Così sono tornato in camerino, l’ho riscritta in 15 minuti e sono tornata a farla. Onestamente non mi aspettavo volasse così tanto, perché l’ho scritta senza pretese, pensando che fosse una bella canzone.


Nell’EP, oltre ai pezzi che abbiamo ascoltato ad Amici, hai inserito anche due brani più “datati”: Bella e Alba, usciti nel 2020. Perché?

Il mio percorso comprende anche queste due tracce, che hanno dato il via a tutto. Sentivo di dover raccontare anche quello che c’è stato prima, perché mi rappresenta ancora. Comunque sono pezzi del 2020, parliamo di un anno fa, non è “roba vecchia”, anche se sembra già passata una vita.

Sì, forse oggi abbiamo una concezione del tempo più dilatata, un anno ci sembra un’eternità. A proposito di questo, com’è stato tornare alla vita reale dopo tanti mesi in casetta?

Particolare, perché era diventato tutto una routine, con tantissime cose da fare e il focus era tutto sulla musica. Tornare a casa e prendersi una grande pausa è stato strano. Non avevo voglia di fare niente e mi sentivo un po’ vuoto, come se stessi mancando al mio dovere. Però l’ho presa in modo tranquillo e già da ieri mi sento meglio. Oggi mi sento davvero bene. Tutto merito dell’EP (ride, ndr.)


Dalla competizione alla vita sotto i riflettori, spesso difficile da affrontare

Qualche giorno fa i finalisti di Amici hanno incontrato Pier Davide Carone, che ha detto una cosa molto vera sul fatto che soprattutto quest’anno la figura dei cantautori sia emersa più che mai. Avete avuto molto più spazio per presentare la vostra musica e di esprimervi a pieno, anche grazie all’assenza delle divise. Immagino che per te questa cosa sia stata fondamentale.

Sì, è stato proprio il motivo per cui ho deciso di propormi. Ho visto che stava nascendo una bella realtà, dove si dava spazio non solo al saper cantare e intepretare, ma anche saper scrivere e sapersi esprimere con le proprie parole e il proprio abbigliamento. È quello che ha dato un bel boost alla trasmissione, con un’edizione piena di personalità e di arte. Devo dire che è stato bello potersi raccontare in un contesto televisivo.

A proposito di raccontarsi, con l’uscita dell’EP sei sotto i riflettori per la musica. Ma come vivi l’essere al centro delle attenzioni per cose che non riguardano il tuo lavoro, ma la tua vita privata?

Ammetto che i primi giorni non lo presa per niente bene, mi sono sentito violato. Non è stata una cosa graduale e ovviamente non ero preparato. Tutti parlano di te e tutti vogliono sapere della tua vita privata, e questo mi ha fatto stare male. Adesso lascio passare, perché mi ci devo abituare, perché è una cosa che indirettamente ho voluto.


Tornando alla tua esperienza ad Amici, hai detto di aver sentito molta competizione all’inizio, ma che poi pian piano si è creato un bel rapporto.

I primi tempi cercavo di convincermi del fatto che non ci fosse competizione tra di noi. La sentivo però, perché ero l’ultimo arrivato e sentivo di dover dimostrare di non essere meno degli altri. Arrivati al serale andavamo lì per divertici e far vedere quello che sappiamo fare, facendo divertire gli altri. Questo ha contato molto per me e che non mi ha più fatto sentire la competizione. I legami che ho creato sono stati importanti, e non mi ha portato a vedere gli altri come avversari, ma come amici.

In Fuori di testa citi diversi generi musicali che fanno parte del tuo bagaglio di sonorità. Questa frase mi sembra che racchiuda il tuo mondo musicale e le tue intenzioni, ovvero quello di non incasellarti in un genere solo.

Mi sono sempre prefissato di non chiudermi. Non voglio iniziare a fare solo un genere, perché se tra 5 anni voglio cambiare totalmente, le persone potrebbero non riconoscermi più. Invece sono libero: se voglio uscire con un pezzo rock o trap da club, lo faccio. So che il pubblico comprenderà le mie scelte. Lo dice anche Post Malone:”Non ci sono più i generi musicali, l’artista fa quello che vuole con la musica”. Ed è giusto così.


Ascolta Iride, il primo EP di Tancredi

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