Hip Hop

È arrivato il momento di conoscere Skinny, il giovane rapper in ascesa. L’intervista

Ha appena compiuto 18 anni e già da due colleziona numeri da capogiro. Il giovanissimo rapper siciliano presenta ora “Skinny Baby”, un Ep d’esordio lucido e personale

Autore Cristiana Lapresa
  • Il15 Luglio 2021
È arrivato il momento di conoscere Skinny, il giovane rapper in ascesa. L’intervista

Skinny. Fonte: ufficio stampa

Skinny è lo pseudonimo scelto da Noà Magro, classe 2003, che volenti o nolenti avrete già sentito nominare almeno una volta nel panorama urban italiano odierno. Oggi parliamo con lui (anche) di Skinny Baby, il suo primo Ep, pubblicato lo scorso 25 giugno in digitale completamente da indipendente. Sette brani in cui lo stile fresco di una giovane penna come la sua è in grado di intrattenere e di far riflettere nel breve tempo di un ritornello.

Una sensibilità e una capacità di scrittura che riescono a sintetizzare in più stili tutto quello che ha da dire su di sé, sul suo paese, sul suo passato difficile, sui suoi sogni. Tra trap ed extrabeat, ogni rima cade al punto giusto, puntando a rappresentare la voce di una generazione di giovani nel momento in cui le loro scelte delineeranno chi saranno in futuro.


Skinny ha le idee chiare: partito da solo da Catania, sempre presente nei suoi pensieri, ora che vive a Milano la sua città sembra lontanissima. Eppure la porta nel cuore e nella musica, fra bellezza e crudeltà che la Sicilia nasconde in sé. L’omonimo brano, Catania, e Meglio da solo sono i primi estratti da questo suo primo lavoro discografico e forse i brani più rappresentativi di questo artista che ha ancora tanto da dimostrare.

A soli 12 anni ha scoperto l’hip hop e da lì la scalata verso il successo: il grande pubblico lo ha conosciuto con Pregiudicati, oggi a più di 25 milioni di ascolti tra YouTube e Spotify. Poi, è la volta di CriminaleBlue BandanaNuovi Amici No e la collaborazione con Niko Pandetta in Le Sirene, un brano che diventa un cult nelle periferie del Sud Italia. Da allora, Skinny non si è più fermato e, per il giovane appena diciottenne, il meglio deve ancora venire.


Parte da quando ero molto piccolo, avevo dodici o tredici anni, frequentavo i contest di freestyle, le jam di writing. Da subito mi sono appassionato all’hip hop e ho iniziato a scrivere i miei primi pezzi, fin quando ho raggiunto una certa maturità tecnica da poter esordire con il mio primo pezzo, Pregiudicati, circa due anni fa. È comunque nato tutto da un contesto puramente hip hop.

Sicuramente Milano non la sento come casa mia: non ho i miei amici di sempre, non ho il mio quartiere, non sono nella mia comfort zone. Non c’è tutto quello che ho sempre visto da quando sono piccolo, però sono felice di abitarci perché mi dà molta più concentrazione e ho molti più stimoli creativi e artistici di Catania. Sotto certi punti di vista, Catania è molto più arretrata di Milano.

Sono felicissimo di rappresentare oggi la mia terra in questo modo, ed è successo in pochissimo tempo. Davvero, in un anno e mezzo l’ho portata in alto come avrei voluto, ma non mi sono mai paragonato agli altri e forse la cosa che mi ha differenziato è che faccio una musica un po’ più versatile per arrivare a più persone. Per il resto ho sempre fatto il mio, anche se un po’ della mia ispirazione proviene da alcuni modelli, come questi artisti lo sono per l’hip hop, che mi hanno aiutato a crescere sia artisticamente che come persona.

La major può essere un grande traguardo, ma per me non è un obiettivo così grande da dire “Wow, sono in major!”. Per me, essere uscito da solo, senza featuring, e senza la spinta di una grande casa discografica è una sfida molto grossa. Anche il fatto stesso di venire dalla Sicilia è una sfida, e per me è già gratificante così. Stare da solo, con le mie forze, e con il mio team di sempre che mi aiuta. E poi, preferisco stare da solo finché il mio lavoro non sarà ripagato come voglio io, tutto qui.


Io ho un sacco di influenze musicali, è per questo che riesco anche a variare un po’ i miei stili. Però, parlando di hip hop in Italia, sicuramente la mia influenza più grande sono stati gli storici Club Dogo e Noyz Narcos, e anche loro si sono sempre ispirati a quella sonorità West Coast americana che appartiene a Compton e quelle cose lì. Per l’estero, è proprio quella wave che mi affascina tantissimo, quindi The Game, 50Cent e Dr. Dre, ma anche la nuova scuola della West Coast è fantastica. Pur essendo piccolo, ho sempre ascoltato cose un po “vecchiotte”!

Skinny
Skinny. Fonte: ufficio stampa

Qualcuno potrà fraintendere se un giovane parla di queste cose in maniera così leggera e spensierata, cose che alla fin fine sono abbastanza superficiali. Però, per me il successo è una cosa diversa: è stare bene, innanzitutto, sicuramente meglio di come stavo prima di raggiungerlo. Poi, è dare sempre il meglio, sempre di più, impegnarsi, concentrarsi. E poi, soprattutto, è una grande possibilità che ti viene data e ti prendi anche una grande responsabilità perché diventi un esempio per gli altri. Devi stare attento, non puoi cullartici dentro. Devi essere sempre sveglio e lucido quando attraversi un periodo come questo. Ti seguono migliaia di persone e sai che per loro diventi un modello (che sia negativo o positivo, per loro), quindi devi saper bene cosa vuoi trasmettere agli altri.

Ne metto moltissimi di riferimenti ai miei legami personali. Mia madre è una figura importante, per la mia persona e per la mia parte creativa e artistica. Abbiamo vissuto certe dinamiche e situazioni che mi hanno dato dei valori importanti e che mi hanno segnato. Quindi, per me è d’obbligo parlarne spesso, o di mia mamma o di alcune situazioni avvenute nella mia vita. Ci tengo, anche quando faccio cose un po’ più pubbliche e generazionali, metto sempre quel tocco personale.

Sì, nel video si vede un litigio, poi io scappo di casa, come un ragazzino allo sbando che se ne va in giro da solo. Alla fine, c’è mia madre felice che mi abbraccia davanti al Duomo di Milano, dopo aver pianto emozionata. Ho voluto questa scena nel video perché è una cosa che rappresenta il mio percorso fin qui.


Intanto cerco di curare tutto quello che riguarda i miei video: scrivo le sceneggiature, ci tengo alla parte sonora e a tutti i minimi dettagli. Però, comunque, non guardo molto al futuro. L’obiettivo è sempre quello di lavorare con la musica, ma anche di fare cose estranee alla musica. Potrebbe piacermi il cinema, o – totalmente fuori contesto – lavorare nella ristorazione parallelamente alla musica.

Sì, sono affascinato dal cibo! (Ride, ndr). Quando vado al ristorante penso che il cibo sia l’unica cosa per la quale spenderei miliardi di euro, se li avessi!

Non sono uno che cucina, ma sono un buon palato, più che cucinare, direi che mi piace mangiare!

Ascolta Skinny Baby

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