Interviste

Sick Luke: «La trap ora ha basi più strutturate, deve evolversi ma non scomparirà facilmente»

A inizio gennaio è uscito X2, il primo album a nome del produttore che ha contribuito al successo della Dark Polo Gang: ha subito raggiunto la vetta della classifica italiana e il terzo posto dei debut album più ascoltati al mondo su Spotify. Più di 30 gli artisti coinvolti, tanti i generi che si mischiano tra loro: «L’unico modo per farci ascoltare anche all’estero»

Autore Silvia Danielli
  • Il20 Gennaio 2022
Sick Luke: «La trap ora ha basi più strutturate, deve evolversi ma non scomparirà facilmente»

Foto di Siermond Fols

Sick Luke compare sulla schermata di Zoom sdraiato sul letto, capovolto a testa in giù. Non è che si sia addormentato, ha solo messo il telefono in carica. Uno potrebbe pensare che si stia rilassando dato che X2, uscito il 7 gennaio, è entrato direttamente al terzo posto dei debut album più ascoltati al mondo su Spotify e al numero uno della classifica italiana. Ma Luke, nato Luca Antonio Barker a Londra nel 1994, è contento, senza essere particolarmente sconvolto dalla notizia e sta già lavorando ad altre tracce.

Sick Luke, cresciuto tra Los Angeles e Roma soltanto dal padre Duke Montana (rapper di origini inglesi e tra le altre cose ex-membro dei TruceKlan), ha uno sguardo sveglio, un sorriso aperto e modi gentili. È grazie alle sue produzioni se la Dark Polo Gang ha avuto il successo che tutti conosciamo tra il 2015 e il 2018. E poi si contano parecchie collaborazioni da milioni di stream e views: per esempio Zingarello con Ghali, Dexter con Sfera Ebbasta, Oro giallo con Luché e Gué, Maserati con Marracash, l’album Neverland con Mecna. E questo è il primo producer album firmato da lui.


Ma perché adesso gli album italiani riescono ad arrivare ai primi posti della classifica mondiale di Spotify, secondo te? Dipende anche dal fatto che gli ascoltatori di Spotify nel nostro Paese sono cresciuti tanto?

Non ci sto credendo, ma va bene, ovvio. Ma sono quello che è arrivato più in alto?

No, prima di te ci sono stati anche Blanco, Salmo, Marracash e Gué Pequeno. Da poco abbiamo saputo anche di Noyz Narcos. Comunque vediamo da pochi mesi gli album italiani arrivare così in alto.

Non seguo moltissimo le classifiche, devo ammettere.


In X2 hai sparato subito le canzoni più pese e tristi all’inizio, come mai?

Mi pare azzeccato proprio l’inizio di Notte Scura, dove Gazzelle canta: «Nella notte scura è pieno di mostri», perché ti fa entrare subito in un immaginario tetro, come un bosco dove si fa notte all’improvviso. Poi parte la traccia con Geolier ed Ernia con quel carillon un po’ inquietante. Insomma: iniziare il disco con dei pezzi troppo felici non mi sembrava adeguato, anche perché è un album da ascoltare, soprattutto. Ci sono pochi pezzi che ti possono fomentare ed esaltare. Per esempio Dream Team, Clochard, Pezzi da Venti, Funeral Party ma le sfumature sono tante.

Come ti sentivi durante la lavorazione del disco: eri soddisfatto o ci sono stati dei momenti difficili?

Ero tendenzialmente felice, però ogni beat mi regala un mood diverso, sia chiaro. Sono un po’ bipolare sulle produzioni che propongo. Quando l’ho finito avrei voluto cambiare ancora qualcosa, ma meglio chiudere a un certo punto.

Quanto ci metti in generale a creare una traccia?

A buttare giù un beat, poco. Magari in un giorno ce la faccio. Ma per una canzone ci metto di più perché devo aspettare di mettere insieme i rapper ovviamente. In generale, mi piace fare le cose in modo rapido: per esempio con Solite Pare feat. Sfera Ebbasta e tha Supreme ci abbiamo messo veramente pochissimo una volta che avevamo concordato il beat.

È diventata la canzone più ascoltata in Italia nella classifica Fimi/GfK. Ho letto che non hai mai incontrato tha Supreme, come quasi tutti del resto: lui ha lavorato con te anche sul beat o ti ha solo mandato la strofa?

Mai incontrato! Non ci ho parlato neanche al telefono, solo note vocali. All’inizio il beat era mio e di Charlie Charles, però il mood soddisfaceva più tha Supreme che Sfera, paradossalmente. A quel punto tha Supreme ha avuto un’idea che era una bomba ma poi il beat non sarebbe stato più mio. Così ci siamo chiesti come potevamo risolverla. Avevamo già fatto una co-produzione che era andata bene all’interno di Bloody Vinyl con Capo Plaza e quindi abbiamo pensato di riproporre un po’ la stessa formula. Sul beat di tha Supreme ho aggiunto pianoforti e batterie e via! È piaciuta a Sfera e a tutti!


Sick Like - X2 - intervista - 2
Sick Like (fonte: ufficio stampa)
Hai dovuto insistere con qualcuno, giusto? Tipo con Tedua e Plaza per Dream Team?

Non erano molto convinti all’inizio sulla mia richiesta. Perché in Italia non è molto usuale rimbalzarsi le rime. L’hanno fatto solo la Dark Polo Gang con Sportwears e Gué e Marra in Santeria. Comunque poi si sono gasati tantissimo. C’era anche Lazza all’inizio, ma poi non era troppo convinto della strofa e lo abbiamo tolto. Che poi vorrei specificare una cosa: nelle interviste ho raccontato questo episodio dicendo che c’è anche Shiva, ma non è certo un sostituto! Lo avrei voluto lo stesso.

Dream Team è una delle tracce ancora trap presenti in X2. Domanda delle domande: qual è il futuro del genere secondo te?

Avrà sempre il suo posto, come l’indie. Ma dovrà trasformarsi in qualcosa di nuovo, come hanno fatto Blanco, Madame, Chiello, artisti che stanno tutti nel mio disco, non a caso. È come se ora la trap diventasse un genere più serio, con delle basi più strutturate. O almeno: questo è quello che sto facendo io e che vedo in giro. Come fanno Tame Impala, Kanye West, Travis Scott e gli americani in genere. L’importante è non fissarsi su un genere unico ma mescolarli. Magari così possiamo veramente farci conoscere nel resto del mondo.

Hai raccontato che tuo padre, Duke Montana (famoso rapper del TruceKlan) non è mai stato un ostacolo da superare, un incubo con cui doversi rapportare, come spesso vengono descritti i rapporti con i genitori che svolgono lo stesso mestiere dei figli…

No, no assolutamente! Certo, spesso mi fa ascoltare rap old school anni ’90. Tipo Public Enemy e Beastie Boys! A volte pure musica anni ’80, guarda, perché è cresciuto in Inghilterra e in America ed è rimasto fissato con quel periodo. Io mi lamento con lui e alzo gli occhi però poi quando se ne va li ascolto anch’io.

E tu cosa gli fai sentire?

Mah, io sento di più Young Thug, Future… Sì, li ascolta ma rimane fissato con le sue cose. Un po’ di sfida tra genitori e figli comunque ci sta, se no è tutto perfetto.


Hai coinvolto più di trenta artisti di alto livello ma hai detto che avresti voluto coinvolgerne ancora di più e che qualcuno non ti ha neanche risposto. Mi puoi dire se ti hanno almeno detto qualcosa Marracash, Gué e Salmo?

Mi hanno risposto tutti e tre.

E?

Non vuol dire che hanno detto no ma non posso dire altro! Un feat. che non ho chiesto ma che avrei sicuramente messo volentieri invece è quello di Elisa! Già aver messo Cosmo e Pop X nello stesso disco con Sfera Ebbasta e Capo Plaza mi sembra tantissimo!

Ora ti godi il momento o stai lavorando già ad altro?

Ma va’! Appena finito il disco stavo già lavorando ad altra musica. Non mi fermo. Mai.

Ascolta X2 di Sick Luke

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