Hip Hop

Ntò: con “Nevada” torna una delle penne più affilate del rap napoletano

Esce domani il nuovo album dell’ex Co’ Sang. «Il napoletano è stato sdoganato negli ultimi tempi ma preferisco utilizzare anche l’italiano»: Ntò si racconta

Autore Benedetta Minoliti
  • Il27 Febbraio 2020
Ntò: con “Nevada” torna una delle penne più affilate del rap napoletano

La scena rap napoletana, negli ultimi anni, è innegabilmente in ascesa. Complice l’interesse nato per tutto il mondo, non solo musicale, legato a Napoli, da Gomorra a L’Amica Geniale, sempre più persone sono affascinate da questa lingua. Da qui quindi l’amore per Liberato, Enzo Dong, Clementino, Rocco Hunt, Geolier, Livio Cori per citare giusto i più famosi.

Ntò, rapper classe ’82, forse non ha bisogno di troppe presentazioni. A metà degli anni ’90 fonda, insieme a Luchè, i Co’Sang, uno dei gruppi rap campani probabilmente più conosciuti e apprezzati nel nostro Paese. Nel 2012 intraprende la carriera solista e, dopo aver pubblicato il suo album d’esordio Il Coraggio Impossibile e Rinascimento, uno street album con singoli usciti a cadenza mensile, il rapper è tornato e domani, venerdì 28 febbraio, pubblica il suo nuovo album Nevada.


Dalle 12 tracce del disco, oltre ai featuring di rilievo con artisti appartenenti non solo al mondo del rap, ma anche del pop (come Nina Zilli), emerge dirompente non solo la grande esperienza di Ntò, ma anche la sua penna, affilata e diretta. Con il suo occhio critico racconta il presente, affrontando il quotidiano e le contraddizioni della vita.

Il rapper è arrivato a Nevada dopo il suo street album: «L’album era già in cantiere nel periodo di Rinascimento. Avevo in testa un quadro. Con i primi 6/7 pezzi ho dato l’imprinting iniziale, poi ho inserito gli altri pezzi perché sentivo che mancavano delle sonorità e volevo che il disco fosse il più completo possibile».


Dopo un lungo periodo da indipendente, il rapper ha firmato un contratto con Sony Music per questo nuovo progetto discografico: «È stato un passaggio che mi ha aiutato a delegare cose che invece prima dovevo fare io. Ora posso dedicarmi totalmente al mio lavoro: scrivere pezzi e portarli in giro. Sostanzialmente non è cambiato tantissimo dal punto di vista artistico».



Nevada è un disco che ci tiene ancorati all’Italia, anche se il titolo ci porta lontano, dall’altra parte del mondo. La cover, realizzata da Corrado Grilli (in arte Mecna), è una rappresentazione delle idee di Ntò. «Il concept di Nevada è una metafora dei nostri tempi, di quello che sto vivendo e di quello che vedo fuori. È un luogo geografico che ha delle caratteristiche che mi hanno colpito. Un deserto dove sorgono dei divertimenti forzati, a volte fuori luogo. Come Las Vegas, piena di luci e di bellezza, ma dove tutto è fittizio».

Entrando invece nel vivo del progetto discografico, nei brani Dipendenza e Paranoia, Ntò parla anche dei social network. In particolare, il rapper fa riferimento ad Instagram: «Io ho un rapporto normale con i social, li ho visti nascere. Li devo avere e seguire perché sono un artista, altrimenti ci starei meno, non ne sono dipendente. So cosa sono, come si usano, riesco a distinguerne le dinamiche, a parlarne e criticarle».

Nel disco, come già detto, ci sono diversi featuring. Ntò sceglie di portare con sè artisti come Jake La Furia, Enzo Avitabile (suo zio, ndr.), Clementino e Speranza. Ma anche Giaime, tra i nomi più promettenti della scena rap milanese. «Con lui ho un rapporto particolare, abbiamo amici in comune. Io l’ho sempre seguito, anche da lontano, e ho sempre saputo che è fan dei Co’Sang e che parla benissimo napoletano. C’è grande rispetto artistico, mi piace quello che fa e abbiamo colto l’occasione per incontrarci. Il pezzo lo abbiamo scritto insieme. È nato in modo spontaneo».


Ma non ci sono solo uomini in Nevada. Oltre ad Emiliana Cantone, nell’album è presente anche Nina Zilli in Diva, un brano dalle sonorità latine, fortemente legato al mondo del reggaeton. «Il brano è nato da un’idea mia che poi ho trasmesso a Enzo. Avevo registrato la strofa, lui aveva messo dei fiati e a quel punto è venuta ad entrambi la necessità di avere nel brano una voce femminile autorevole. Diva parla della libertà di essere, quindi anche donna, in un mondo di pregiudizi. Abbiamo trovato Nina che si è subito presa bene per il pezzo. Sono molto orgoglioso di questo featuring».

In Nevada traspare proprio tutta la ricerca sonora di Ntò. L’artista non si limita al rap e spazia tra i generi, riuscendo a mostrare tutte le sue sfaccettature. «Tutto questo è frutto degli ascolti degli ultimi 2/3 anni. Ci sono stati diversi Ntò. Se si ascolta attentamente i pezzi si possono accoppiare come mood e sono lo specchio di quello che ho ascoltato. Ad esempio ho apprezzato tanto Vibras di J Balvin, è un disco che mi ha sicuramente influenzato».

Parlando dell’utilizzo del napoletano e dell’italiano nei suoi brani, il rapper ci racconta che forse qualche anno fa la situazione era diversa. Si sentiva la necessità, com’è ancora oggi, di una comunicazione il più possibile chiara e comprensibile a tutti. «In quest’album c’è tanto italiano, è un’esigenza che sento anch’io, l’ho sempre fatto. Comunque il napoletano è stato sdoganato negli ultimi tempi, è accettato, ma credo sia giusto non cantare solo in napoletano, perché voglio arrivare a più persone possibili».

Infine, il prossimo 9 maggio Ntò porterà i brani di Nevada sul palco della Casa della Musica di Napoli per una data evento. Lui, ovviamente, sarà il grande protagonista della serata: «Sarà il mio live. Proporrò ciò che spero di riuscire a portare in giro quest’anno. Farò anche degli eventi, il 28 e 29 febbraio, dove presenterò il disco. Parto così, poi vedremo cosa succederà».


 

 

 

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