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Quando la club culture incontra i suoni del mondo: Q&A con Lorenzo BITW

Lorenzo BITW è un producer che ama la contaminazione. A giugno è uscito il suo album d’esordio, “Love Junction”, in cui la club culture di matrice londinese incontra i suoni del mondo

Autore Billboard IT
  • Il1 Agosto 2018
Quando la club culture incontra i suoni del mondo: Q&A con Lorenzo BITW

Lorenzo BITW

Lorenzo BITW si è formato artisticamente a Londra ma attualmente risiede a Roma. A fine giugno ha pubblicato il suo album d’esordio, Love Junction (Friends Of Friends / La Tempesta), un lavoro dai sofisticati intrecci sonori in cui la club culture incontra suggestioni variegate, come quelle della world music. Un’inclinazione – quella per la contaminazione – che come conferma Lorenzo BITW proviene dagli stimoli di Londra e della sua soundsystem culture.

Il primo disco che hai amato alla follia?


Nirvana, Nevermind.

L’artista italiano e quello internazionale più sottovalutati?


Venerus per l’italia sta facendo cose molto belle che spero sentirete presto. Tanti sono a mio parere gli artisti italiani che meriterebbero più risalto. Per nominarne alcuni: Ckrono, Go Dugong, Lamento, Filo Q, Vipra, Serena Di, Nina Rodriguez. Per l’estero ti direi Batida, DJ Marfox, Jamie Lidell.

Tre band o artisti che avresti voluto vedere ma non sei mai riuscito a farlo?

Jimi Hendrix, Azymuth e Portishead.

La copertina più bella di sempre?


King Crimson, In the Court of the Crimson King.

Vinile, CD, streaming o download: come ascolti la musica?

Principalmente streaming o download. Sto utilizzando parecchio Bandcamp e Spotify e in passato ho stra-utilizzato SoundCloud. L’ascolto in vinile rimane sempre quello che preferisco, e probabilmente dovrei farlo più spesso.

Le città dove hai visto i locali più belli?


Bristol e New York.

La colonna sonora più bella di sempre?

Quella di Pulp Fiction.

La canzone perfetta da ascoltare il giorno del proprio compleanno?


Madness, One Step Beyond.

E per fare l’amore?

Pepe Bradock, Deep Burnt.

E per sfogare la rabbia?


Shy FX, Original Nuttah.

Q&A Extra

In Love Junction ci sono molti featuring: come individui i tuoi “ospiti” e che tipo di interazione artistica c’è fra te e loro?

Sono tutte persone con cui sono stato in contatto per parecchio tempo e con cui avevo già collaborato o avrei voluto collaborare. Volevo avere all’interno del disco personaggi di estrazione completamente diversa l’uno dall’altro e musicisti, cantanti con cui mi sono trovato subito in sintonia. L’interazione “artistica” con alcuni è stata lo stare in studio insieme, con altri penso un reciproco rispetto o affinità artistiche. Diciamo che c’è stato uno scambio, e credo che nell’album questa cosa si senta.

La tua musica si basa molto sulla contaminazione fra club culture e generi che a volte lambiscono le tradizioni locali e la world music: un gusto che viene dalla tua permanenza a Londra?


Assolutamente sì, dalla mia permanenza a Londra e dalla soundsytem culture, che ha preso le sonorità delle radici giamaicane contaminando tutta la club music inglese.

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