Interviste

Meduza: «La pandemia ci ha permesso di guardare al futuro»

Incontriamo Mattia e Luca che sono prontissimi a ripartire dopo un forzato “anno sabbatico”, con tante novità e cambiamenti in arrivo. L’intervista continuerà sulle pagine del prossimo numero di Billboard Italia

Autore Tommaso Toma
  • Il13 Dicembre 2020
Meduza: «La pandemia ci ha permesso di guardare al futuro»

Giovani, attraenti, eleganti, i Meduza – trio formato da Luca de Gregorio, Mattia Vitale e Simon de Jano – hanno saputo imporsi grazie alla perfetta fusione tra i suoni del clubbing ed irresistibili refrain pop. Con i loro due singoli d’esordio carriera Piece of Your Heart e Lose Control hanno conquistato milioni di persone e la pandemia li ha fatti ragionare sulle strategie per il futuro. E alcuni segni del cambiamento li abbiamo sentiti con il loro ultimo singolo, Paradise feat. Dermot Kennedy.

Voi avete avuto una partenza incredibile, da zero a cento all’ora in pochissimo, come una Lamborghini. Ma poi vi siete dovuti fermare, come tutto il resto del mondo. Un bene o un male?


Mattia Di sicuro siamo stati moto fortunati ad essere usciti due anni prima della pandemia. Questo ci ha permesso di fare tour e di consolidare la nostra presenza sulle radio e nella scena. Durante la promozione di Lose Control in tanti ci facevano la domanda: “Ma come vi sentite?”. Al che rispondevamo: “Non ci focalizziamo sul successo, andiamo avanti giorno per giorno. Poi arriverà il momento in cui ci fermeremo a pensarci su”. Ecco, alla fine ce la siamo cercata (ride, ndr). Ok, mi son preso il famoso anno sabbatico dopo la scuola che non mi ero mai concesso!

Il vostro ultimissimo singolo, Paradise con Dermot Kennedy, fa capire che avete fatto un altro passo in avanti: siete andati a pescare un nome famoso e lontano dalla dance.


M Siamo molto contenti di Dermot, la Island Records ci ha aiutato molto in questo caso. Noi avevamo remixato la sua Power Over Me e lì ci eravamo detti: “Wow, che voce!”. Questo è il nostro terzo singolo su major e in questo caso davvero la pandemia ci ha aiutato, perché eravamo abituati a fare tante session in studio tutti e tre e troppo impegnati con le date nei club. Quindi abbiamo ragionato con calma, pensando che si potesse provare a coinvolgere un guest che non c’entrasse assolutamente niente con la dance, perché Josh (Joshua Grimmett del trio Goodboys, ndr) sa come si scrive per il club, come Becky Hill. In questo caso abbiamo pensato: “Ok, possiamo fare house pop, mischiando generi diversi”. E la voce di Dermot è arrivata al momento giusto, nonostante la pandemia.

Luca Già… Arrivavamo da un periodo fantastico in giro per il mondo e la pandemia ci ha dato il tempo per pensare tanto e seguire nuove linee stilistiche. Dermot ha ritoccato pochissimo di quello che avevamo prodotto con lui.

Com’è stato lavorare con la quasi debuttante Sarah Sheldrake aka Shells per il notevole singolo Born to Love?

M Sarah è davvero un grande talento della scena soul/jazz britannica. Ha una bella cultura musicale e non si mette mai sul piedistallo. Lavorare con lei è stato bello perché, nonostante abbia un background differente dal nostro, ha avuto la capacità di capire in cinque minuti quello che noi volevamo. Alcuni mesi fa, durante alcune ottime session, abbiamo scritto altre tracce con Sarah che probabilmente useremo per il clubbing. Ma di sicuro lavoreremo ancora assieme perché ci piace la sua voce e la sua scrittura è di alto livello.


Meduza - intervista - 3

Mattia, prima mi dicevi della vostra idea di coinvolgere guest che non appartengono al clubbing come Dermot. Ma è davvero questa semplice svolta, legata al concetto dell’“imprevisto”, la giusta strada per conseguire nuovi e inaspettati obiettivi?

M Guarda, più che l’imprevisto sono importanti la mentalità e la qualità del songwriter con cui interagiamo in studio. A volte abbiamo provato a collaborare con cantanti di estrazione rock o addirittura country, ma stavano “un po’ per le loro”, come si suol dire. Noi non abbiamo bisogno di una stesura standard per le nostre tracce, arrivando dalla mentalità della house. Com’è accaduto per Lose Control o Paradise, noi possiamo passare direttamente dalla strofa al ritornello, senza nessun “pre”. Non è necessario seguire una linea del pop tradizionale, e non tutti accettano questa cosa.

L Addirittura noi “nascondiamo” questa cosa in fase di registrazione… Com’è accaduto con Becky Hill per Lose Control, che in studio aveva aggiunto un pre-ritornello che poi noi abbiamo tagliato. L’immediatezza della strofa era vincente. Ricordiamoci poi che evitare lo skip rate nei primi 30 secondi ti permette di salire nelle playlist. Il mercato adesso è più veloce e la prima cosa che deve colpire è l’inizio. Questo vale anche per i video, ovviamente.

Voi siete sempre stati amanti della house classica. Come reagite a questo ritorno fortissimo prima avvenuto nel dancefloor e adesso nella scena pop, da Dua Lipa a Kylie Minogue, giusto per fare due esempi lampanti?


M Noi stessi prendiamo sempre un po’ di ispirazione riascoltando i maestri della house, da Todd Terry a Satoshi Tomiie. Alla loro epoca erano molto liberi di sperimentare senza l’urgenza di creare sempre una potenziale hit. Penso che gli artisti da te nominati, e tanti altri, tirino fuori alcune delle intuizioni di allora, che magari all’epoca erano rimaste poco considerate, eppure rielaborate oggi possono funzionare. Pensa alle versioni extended per il 12″: alcuni sviluppi armonici di un brano – non presenti nelle versioni per la radio – oggi possono essere una fonte d’ispirazione notevole. Ma questo è appena un solo aspetto che sto prendendo in considerazione…

Trovo assolutamente interessante questo omaggio neanche velato al nostro Paese, con i riferimenti estetici che portano il vostro nome e il vostro look.

M Le nostre camicie sono assolutamente riconducibili a un universo estetico profondamente legato alla tradizione italica – ovvio il riferimento a Versace, ma non solo. Noi non volevamo indossare la “solita” maschera o un “elmetto” hi-tech come va di moda da alcuni lustri. La nostra intenzione è far capire che siamo veramente made in Italy. Viaggiando ci siamo resi conto che all’estero siamo appezzati sotto questo aspetto, quindi perché non esaltarlo?

Ma avete in progetto di fare un album?


M In prospettiva 2022 lavoreremo a una dimensione live con Moog, synth e un efficace aiuto grafico 3D. Forse in quel contesto potrebbe essere il momento perfetto per presentare un album!

Tre artisti con cui vorreste fare un featuring da sogno?

Daft Punk, The Weeknd ed Eric Prydz.

Ascolta Piece of Your Heart dei Meduza

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