Musica

Musica e intelligenza artificiale: in anteprima il video di “Spleen Machine” di Alex Braga

L’EP di Alex Braga, Spleen Machine, si basa su un’affascinante interazione fra artista e intelligenza artificiale. Ecco in anteprima il video della title track (con un protagonista molto particolare)

Autore Billboard IT
  • Il17 Giugno 2020
Musica e intelligenza artificiale: in anteprima il video di “Spleen Machine” di Alex Braga

Da qualche tempo uno degli argomenti “caldi” legati alle nuove frontiere della produzione musicale è quello legato all’intelligenza artificiale (o AI, da artificial intelligence, appunto). Fino a che punto il ricorso ad algoritmi può supportare – senza snaturare – la creatività di un artista? L’italiano Alex Braga ne ha fatto una missione: il suo EP Spleen Machine (!K7 Records) si basa interamente sull’interazione delle sue note con l’intelligenza di “A-Mint”. Oggi presentiamo in anteprima il videoclip della title track (che vede protagonista il robot umanoide COMAN+), e non abbiamo perso occasione per chiedere all’artista alcune domande su un tema così affascinante.

Ci puoi dare qualche dettaglio sulla progettazione e sul funzionamento di A-Mint?

A-Mint è un’intelligenza artificiale creata da me, dal prof. Francesco Riganti Fulginei e dal prof. Antonino Laudani dell’Università Roma Tre. L’idea è nata dall’enorme dibattito sulla pericolosità o meno dell’intelligenza artificiale e questo progetto è la mia personale posizione. L’intelligenza artificiale non ci ridurrà in schiavitù, è solo una tecnologia, e se la useremo bene potrà essere uno straordinario mezzo per un futuro sostenibile. A-Mint per me è un’ottima metafora di tutto questo. A-Mint decodifica in tempo reale lo stile dell’artista che la usa e gli permette di “aumentare” le sue possibilità fino all’infinito. Produce in tempo reale – mentre l’artista suona e a seconda di come l’artista l’ha programmata – un numero virtualmente infinito di note che aumentano esponenzialmente l’orchestrazione, le texture sonore, l’arrangiamento a seconda del desiderio dell’artista, creando una sorta di “augmented music”. Potrebbe essere una possibile via allo sviluppo futuro della musica.


Un lavoro come Spleen Machine si regge su uno stretto binomio musica-ricerca. In che modo l’uso di algoritmi ti consente di espandere la tua personale tavolozza espressiva?

A-Mint, per come la intendo io e per l’utilizzo che ne faccio, è a tutti gli effetti un nuovo strumento musicale dalla potenza enorme. Di fatto accende dei superpoteri creativi per l’artista e apre nuove vie inesplorate e irraggiungibili prima, come il realtime processing e augmenting della propria creatività. Quindi il suo utilizzo mi ha consentito di accedere a nuove modalità compositive, nuovi paesaggi sonori, nuove modalità di live performing. Stiamo collaborando con le istituzioni più importanti d’Europa proprio in questa direzione. Facciamo seminari per la divulgazione di A-Mint come strumento vero e proprio in templi sacri come Santa Cecilia, il Royal Conservatorium di Bruxelles, il Pompeu Fabre a Barcellona.

Quali potenzialità vedi per l’AI applicata alla musica? Ci sono possibili interconnessioni con altre discipline (artistiche e non)?

Dipende dall’uso che ne viene fatto. L’intelligenza artificiale, di base, è solo una massa enorme di calcoli in evoluzione. È l’artista che ne deve determinare il risultato. Il binomio artista-AI, in qualsiasi disciplina, ha potenzialità infinite. Il binomio essere umano-AI, nella costruzione di un futuro sostenibile, ha potenzialità infinite. L’AI da sola non partorirà mai nulla di buono. E tutti gli esperimenti fatti da AI che provano goffamente a dipingere o comporre musica imitando lo stile di questo o quel maestro, producono aberrazioni che non hanno nulla a che vedere con l’arte. Sono solo efficienti imitazioni di alto artigianato di precisione. Saper scrivere una sequenza mi-sol#-si non vuol dire nulla. Decidere che quella sequenza significa rappresentazione di amore, passione, tradimento, malinconia, paura di morire, gioia, ossessione vuol dire saper creare l’arte, conoscere il senso della vita. Non è compito dell’AI trovare il senso delle cose. È compito dell’arte e dell’essere umano.


Guarda in anteprima il video di Spleen Machine di Alex Braga

Ascolta l’EP Spleen Machine in streaming

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