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Festival Che Non Ci Sarà: il non-evento nato per sostenere l’arte

Vi riportiamo la lettera del producer Cristiano Spiller, per cogliere lo spirito della provocazione benefica costruita sull’assenza

Autore Billboard IT
  • Il29 Dicembre 2020
Festival Che Non Ci Sarà: il non-evento nato per sostenere l’arte

Milano, Arco della Pace, fonte: ufficio stampa/ ph: Paola Manfredi

In occasione della conclusione di questo 2020, Zero e Hearts & Science presentano Il Festival che non ci sarà, kermesse che (non) avrà provocatoriamente luogo il 32 dicembre 2020 dalle 00.00 alle 6.00.

Nato dall’intenzione di dare uno spazio simbolico a gran parte di quelle realtà che dall’inizio della pandemia non è più stato possibile vedere all’opera se non in maniera virtuale, il festival percorre tutte le manifestazioni artistiche e creative, dalla musica al cinema, passando per le arti figurative e le performance.


Il significato dei biglietti

Il palinsesto della manifestazione sarà composto proprio da queste forze vive della creazione artistica contemporanea che nulla proporranno in termini di performance, ma alle quali andranno i proventi dell’operazione.

I fondi solidali proverranno dalla vendita dei biglietti d’artista, acquistabili su EventBrite al prezzo unitario di 10 euro. Il ricavato, al netto delle spese, sarà equamente distribuito a festival, enti e associazioni partecipanti. Proprio i biglietti acquistati rappresenteranno l’unica traccia lasciata dal Festival Che Non Ci Sarà, inducendo così ad una riflessione sulla dicotomia assenza-presenza.

Biglietti Festival Che Non Ci Sarà: retro

Parola all’ideatore

Andrea Amichetti, ideatore e direttore artistico del Festival Che Non Ci Sarà, presenta così il non-evento:


«In un momento di silenzio e distanza reciproca del pubblico dalla materia prima artistica e viceversa, abbiamo voluto creare una bolla spazio-temporale, un non-evento entro cui far convergere molte delle istanze che l’arte e la cultura performativa si trovano a dover affrontare per lasciare una traccia coerente con il non-mood-2020 da cui dovremo necessariamente ripartire, dando vita a un nuovo inizio. Il Festival vuole essere una favola postmoderna; nell’ultimo giorno falsificato e immaginario di un anno che per certi versi non è esistito. Ma che è necessario ricordare – perché no anche con un sorriso strappato».

Milano, Alzaia Naviglio Grande, ph: Paola Manfredi

Festival Che Non Ci Sarà: la lettera di Spiller

Di seguito riportiamo la lettera aperta per More Festival e Festival Che Non Ci Sarà, firmata da Cristiano Spiller:

Sono Cristiano Spiller, DJ dal 1990, produttore di house music dal 1997, meteora pop nel 2000. Ho due etichette discografiche, la Nano Rec e la Degustibus Music. Da 7 anni suono e collaboro al More Festival, unico festival di musica elettronica che si svolge esclusivamente in suggestive location della Laguna di Venezia, se non ci fosse stata questa pandemia il 2020 avrebbe visto l’ottava edizione del festival. La crew del More è formata da ragazzi francesi professionisti degli eventi con la passione per Venezia e già dalla seconda edizione Crocodiles in Venice collabora alla produzione dell’edizione lagunare (il festival organizza eventi anche a Marrakech, Arles, Parigi e Istanbul).

Perché (non) suonare

Ho scelto di non suonare al Festival Che Non ci Sarà perché mi è sembrata una iniziativa interessante per mettere in luce la crisi del nostro settore causata dal Covid-19. Perché vende qualcosa di concreto e permette di manifestare in maniera positiva le frustrazioni che ci sta dando questo momento, sia per gli addetti ai lavori che per tutto il pubblico che non può partecipare. Partecipare come organizzatore e come dj permette di mettere in chiaro quante persone esistono dietro al mondo degli eventi, acquistare il biglietto dimostra quanto diamo importanza a questi lavoratori. Uno degli elementi più frustranti della pandemia è forse l’opinione pubblica: alcune persone danno per scontato che l’industria del divertimento si debba fermare e stare in silenzio in quanto “non necessaria alla sopravvivenza” ma non tutti riflettono su quante persone e quante famiglie vivono di questo scenario.


Milano, Via De Amicis, ph: Paola Manfredi

Speranza nel futuro

I ricavati del biglietto verranno devoluti agli organizzatori di festival che hanno aderito all’iniziativa. Sostenere un festival in un edizione che non può essere realizzata significa sperare concretamente che in futuro questo possa esistere ancora. Perdere una, forse due edizioni è una ferita enorme, soprattutto se parliamo di piccoli festival come il nostro che non hanno dietro grandi aziende. 

Il More in particolare si scontra da sempre con una città tanto affascinante quanto fragile e complicata, trovare location meravigliose a Venezia è semplice ma è da sempre complicatissimo adeguarle alla musica elettronica e a una certa quantità di pubblico, la missione è sempre stata quella di mostrare e animare diverse parti della città.
Il futuro della musica dal vivo è un miraggio adesso, speriamo e sogniamo adesso un futuro in cui potremo di nuovo ballare e sudare uno vicino all’altro senza preoccupazioni.

La fake line-up del Festival Che Non Ci Sarà

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