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Sincronizzazioni: un mercato di nicchia ma strategico per l’industria musicale

Un mercato piccolo ma strategico per le grandi case discografiche: Patrizia Asero, Licensing for Brands & Advertising Manager di Sony Music Italy, spiega di che cosa parliamo quando si tratta di sincronizzazioni e perché è un settore di mercato fra i più stabili dell’industria discografica

Autore Billboard IT
  • Il15 Marzo 2018
Sincronizzazioni: un mercato di nicchia ma strategico per l’industria musicale

Nella maggior parte dei grafici sull’andamento del mercato discografico i dati analitici si dividono in quattro macrocategorie: supporti fisici, supporti digitali, diritti sulle performance, sincronizzazioni. Se le prime tre espressioni sono di facile intuizione, l’ultima non è immediatamente comprensibile a tutti. Eppure si tratta di un mercato piccolo ma strategico per le grandi case discografiche. Patrizia Asero, Licensing for Brands & Advertising Manager di Sony Music Italy, spiega di che cosa parliamo quando si tratta di sincronizzazioni e perché è un settore di mercato fra i più stabili dell’industria discografica.

Patrizia Asero (foto di Marta Franco)

Il termine “sincronizzazioni” può risultare oscuro ai non addetti ai lavori: quali utilizzi della musica registrata intendiamo con questa parola?


Si intende come sincronizzazione l’abbinamento tra un brano musicale e una produzione audiovisiva (spot pubblicitario, film e così via). La maggior parte delle sincronizzazioni riguarda brani già esistenti, conosciuti o meno, ma in molti casi si può produrre una canzone apposta per un film o per uno spot. Un esempio semplice è Vorrei Ma Non Posto di J-Ax e Fedez per Algida. La canzone era nata per la sincronizzazione dello spot ed è poi diventata un enorme successo discografico. Sempre di più la sincronizzazione diventa integrata nelle strategie discografiche.

Quanto vale il mercato delle sincronizzazioni nel nostro Paese? È un dato maggiore o minore rispetto alla media mondiale?


Vale intorno ai 5 milioni di euro (senza i diritti editoriali) e Sony Music Italy ha una quota di mercato del 30% circa. È un mercato abbastanza stabile e dipende più dagli investimenti pubblicitari e dalle produzioni cinematografiche che dalle dimensioni del mercato discografico.

Perché per una casa discografica investire risorse su questa fetta di mercato è una scelta strategica?

Diciamo che le sincronizzazioni sono una linea di ricavo fondamentale della produzione discografica. È strategico investire perché come per l’esempio fatto poco fa la sincronizzazione può diventare il motivo principale di successo di un brano o di un artista. Facendo un salto indietro nel passato basta pensare a Céline Dion e alla colonna sonora di Titanic.

J-Ax e Fedez: la loro “Vorrei Ma Non Posto” è stata colonna sonora di uno spot della Algida

Ci sono potenzialità di sviluppo ancora inesplorate per le sincronizzazioni in Italia?


Le serie televisive sono sicuramente un prodotto in grande sviluppo. In Italia le serie esportabili sono minori rispetto ad altri paesi ma stiamo migliorando molto e speriamo che questo filone creativo possa portare nuova linfa al mercato delle sincronizzazioni.

Ci sono generi musicali che si prestano maggiormente alle sincronizzazioni?

Dipende da che abbinamento viene fatto e dal prodotto. Per gli spot pubblicitari più importanti i clienti privilegiano il pop internazionale di tendenza, mentre per i film tutti i generi vanno bene, a seconda della storia e del concept. Anche la musica classica funziona molto bene, l’importante è associare un’emozione musicale a una storia o a un testo. Le esigenze e le persone coinvolte in questo processo sono molte (clienti, registi, agenzie, case discografiche, artisti, produttori e così via) per cui la maggior parte dei generi musicali trova spazio.

Come Sony Music, ci sono artisti che promuovete in maniera importante su questo mercato?


Per lavorare bene in questo mercato si deve capire bene quali sono le esigenze del cliente. Quindi si lavora principalmente sulle canzoni, italiane e internazionali, piuttosto che sulla proposizione diretta degli artisti. C’è uno studio costante sulle tendenze, sui gusti, sui target. Si deve sempre avere sottomano la canzone giusta per la giusta occasione di comunicazione. Comunque noi promuoviamo tutti i nostri artisti e i nostri prodotti con newsletter e una costante comunicazione con i decision makers. È nostro dovere far conoscere la nostra musica a tutti i clienti in tempo reale. Alla fine la sincronizzazione è una parte importantissima del processo creativo e una leva fondamentale per diffondere la musica in maniera efficace.

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