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FIMI è contro la manipolazione dello streaming e aderisce al “Codice di buone pratiche”

Arriva un “Codice di buone pratiche” che si pone in modo deciso contro la manipolazione dello streaming. Enzo Mazza, CEO di FIMI ha spiegato: «Per FIMI si tratta di un buon punto di partenza, che riteniamo debba poi essere messo in pratica con un enforcement efficace contro gli eventuali abusi»

Autore Billboard IT
  • Il21 Giugno 2019
FIMI è contro la manipolazione dello streaming e aderisce al “Codice di buone pratiche”

Jonathan Dubon/Unsplash

In un momento storico come questo, la manipolazione dello streaming è una tematica assolutamente attuale. Che richiede una presa di posizione netta e definita. Per questo motivo molti attori del panorama musicale – tra major, etichette indipendenti, editori e management di artisti – hanno sottoscritto un Codice di buone pratiche del settore affidato in mano a FIMI Con lo scopo di innanzitutto rilevare e, successivamente, prevenire la manipolazione dello streaming. Cercando di mitigarne gli effetti sul mercato.

A questo progetto ha collaborato chiaramente IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) e FIMI ha deciso di aderire a questo codice. Lo stesso CEO di FIMI, Enzo Mazza, ha spiegato: «Per FIMI si tratta di un buon punto di partenza, che riteniamo debba poi essere messo in pratica con un enforcement efficace contro gli eventuali abusi».


Il fenomeno che si vuole controllare, arginare e combattere è quello per cui vengono gonfiati i conteggi delle riproduzioni dei brani. Il tutto chiaramente va a modificare il dato di realtà, spostando equilibri anche economici a riguardo. Ma non solo.

La manipolazione dello streaming

IFPI ha dichiarato quanto segue: «La manipolazione dello streaming può compromettere l’accuratezza delle classifiche. E, in definitiva, l’accuratezza dei pagamenti delle royalties dai servizi di streaming ai creatori di musica».


E ha continuato: «Coloro che creano musica – dagli artisti ai cantautori, passando per etichette, editori e così via – devono essere retribuiti in modo equo e accurato per il loro lavoro e i loro investimenti. Qualsiasi manipolazione dello streaming che comprometta tale equità non può essere tollerata».

L’iniziativa costituisce sicuramente un importante passo avanti nell’evoluzione della fruizione musicale. Lo streaming è senza dubbio una tecnologia utile e comoda, ma anche giovane e quindi difficile da gestire in certe situazioni. La manipolazione dei dati può portare ad assegnare certificazioni non meritate. Ecco perchè risulta fondamentale per gli organi competenti tenere controllata questa pratica

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